A Enrico VIII
Signore, il disfavore di vostra grazia, e la mia prigionia, mi sembrano fatti così strani che davvero non so che cosa scrivere, o di cosa scusarmi. Poiché mi mandate un messaggio (chiedendomi di confessare la verità, e in tal modo ottenere il vostro favore) tramite una persona che voi sapete essermi da tempo nemica giurata, non appena ho ricevuto tale messaggio, ho capito subito chiaramente la vostra intenzione, e se, come voi dite, il confessare la verità può davvero procurarmi la salvezza, io adempirò al vostro comando di buon animo e con perfetta obbedienza.
Ma vostra grazia non immagini mai che la vostra povera moglie possa essere indotta a riconoscere una colpa, quando in lei non ci fu neppure il più lontano pensiero. A dire il vero, nessun principe ha mai avuto moglie più leale in ogni dovere, in ogni sincero affetto, di quella che fu sempre per voi Anna Bolena, nome e posizione di cui mi sarei volentieri accontentata, se a Dio e al piacere di vostra grazia fosse così piaciuto. Né mai in alcun momento dimenticai nella mia esaltazione, o acquisita regalità, che non mi attendessi sempre un mutamento quale ora mi si presenta; poiché, non avendo la mia elevazione base più sicura dell'amore di vostra grazia, la minima alterazione, sapevo atta e sufficiente a far trasferire quell'amore su qualche altro oggetto. Dal mio umile stato mi avete scelta come vostra regina e compagna, andando ben oltre i miei meriti o il mio desiderio. Se quindi mi avete trovata degna di tanto onore, non fate, vostra buona grazia, che un qualsiasi capriccio o un malvagio consiglio distolgano da me il vostro favore sovrano; e non fate che quella macchia, l'indegna macchia di un cuore sleale nei confronti della vostra buona grazia, getti mai un'ombra così indegna sulla vostra fedelissima moglie, e sulla principessa infante, vostra figlia; fatemi il processo, buon re, ma concedetemi una procedura legale, e non permettete che i miei nemici giurati siedano di fronte a me in qualità di accusatori e giudici; sì, concedetemi un processo pubblico, perché la mia verità non teme alcuna vergogna \. Così che, qualsiasi cosa Dio o voi possiate decidere per me, vostra grazia sia scevra da qualsiasi aperta censura; ed essendo la mia colpa così legalmente provata, vostra grazia sia libera, davanti a Dio e davanti gli uomini, non solo di infliggermi la giusta punizione come moglie infedele, ma anche di seguire l'affetto già da voi riposto in un'altra persona, a causa della quale io sono oggi in questa condizione, e il cui nome avrei potuto fare da tempo, non ignorando vostra grazia i miei sospetti al riguardo. Ma se avete già deciso di me, e deciso che non soltanto la mia morte, ma un'infame calunnia possano portarvi a godere della felicità che desiderate, allora io chiedo a Dio che vi perdoni il grande peccato che in tal modo commettete, e così ai miei nemici, strumenti di esso; e che egli non vi chiami a rendere stretto conto del trattamento crudele e indegno di un sovrano \.
La mia ultima e sola preghiera è che soltanto io porti il peso del disfavore di vostra grazia, e che essa non tocchi le anime innocenti di quegli infelici i quali, a quel che so, sono egualmente posti in severa prigionia per essermi fedeli.
Se mai io abbia trovato favore ai vostri occhi; se mai il nome di Anna Bolena sia suonato gradito alle vostre orecchie, concedetemi questa richiesta, e tralascerò di tediarvi più a lungo, rivolgendo alla Trinità le mie fervide preghiere di tenere la grazia vostra sotto la sua buona protezione e di guidarvi in ogni vostra azione. Dalla mia dolorosa prigione nella Torre, questo sei di maggio. Vostra lealissima e sempre fedele consorte
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