Sorridono. Parlottano. Stringono mani. Alla Coffee House, con le palme secolari a fare da sfondo, ecco il gran debutto politico mondano di Giorgia nei giardini del Quirinale. La prima donna premier di destra alla festa della Repubblica mette in mostra «l'ottimo rapporto» con il capo dello Stato. Aperitivi e simpatia, rispetto dei ruoli e «superiore interesse nazionale», ma Sergio Mattarella non rinuncia a mandarle comunque un messaggio, a confezionare un suggerimento, a indicare una strada per una felice cohabitation che, in estrema sintesi, possiamo tradurre così: non puoi pensare di fare tutto da sola. Infatti, «per affrontare le crisi servono una visione condivisa e cooperazione».
Mediazione, dialogo, ascolto, questa la ricetta giusta. Insomma, sostiene il presidente, la chiave per risolvere i problemi dell'Italia sta nel «fare rete tra Stato, autonomie locali, istituzioni e componenti della società civile». Questo vale soprattutto per il Pnrr, di fronte alle difficoltà del governo di completare i progetti e di farsi pagare la terza rata da Bruxelles.
Fare squadra, scrive Mattarella in una lettera ai prefetti, è l'unico modo per raggiungere l'obbiettivo. Il Colle si guarda bene dal mettere bocca nella polemica con la Corte dei Conti e Banca d'Italia e sul braccio di ferro con l'Europa per le modifiche del Piano. Anzi, ha «apprezzato» le parole rassicuranti dell'esecutivo nei confronti della magistratura contabile, di Visco e della Ue «che siamo noi».
Però, spiega il capo dello Stato, «un lavoro ben coordinato e la disponibilità a operare concordemente, nella logica di un orizzonte ampio, sono ingredienti indispensabili per un efficace utilizzo delle risorse».
Stesso discorso per l'alluvione. Il Quirinale tutto vuole tranne che interferire nella diatriba sulla nomina o no di Stefano Bonaccini a commissario straordinario, oltre che per i soccorsi, anche per la ricostruzione. Eppure, insiste, «c'è bisogno di uno sguardo che sappia sempre guardare oltre l'emergenza per dare risposte valide e durevoli ai cittadini». Solo pochi giorni fa il capo dello Stato ha visitato la Romagna devastata e adesso ringrazia i poteri a tutti i livelli «per l'opera faticosa e l'impegno di solidarietà a favore del territorio e della persone». Non sono questi i temi sui quali la politica può dividersi, la gente non capirebbe.
Covid, guerra, bollette, inflazione. Gli italiani non stanno benissimo. Ai prefetti, e alla Meloni, Mattarella chiede di rafforzare la vigilanza, perché si respira troppa tensione. «La festa del 2 giugno ci ricorda che dobbiamo essere vicini a chi soffre, alle fasce fragili della popolazione, alla marginalità, con un'attenzione particolare ai fenomeni di degrado e di disagio sociale»
E il Colle sta osservando «con favore» il tavolo che il governo ha aperto con i sindacati. «La mediazione sociale e il dialogo con tutti gli attori sono preziosi per affrontare la questione del lavoro oggi, per l'affermazione della legalità, nel contrasto a ogni forma di sfruttamento».
L'obbiettivo è quello di «elevare le condizioni di sicurezza e realizzare l'imparzialità». E di recuperare i nostri ragazzi. «I giovani devono essere protagonisti delle trasformazioni del Paese, non subirne gli effetti, lavorare all'estero deve essere una scelta per accrescere la formazione, non una fuga necessaria». Conclude con un appello.
«Lavoriamo per un pieno sviluppo della persona umana e la sua realizzazione nel lavoro e nel vissuto privato». Chiamiamolo pure «diritto alla felicità». Alla cerimonia non sono stati invitati gli ambasciatori della Russia e della Bielorussia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.