
«Grazie Luca ti ringrazio davvero e ti abbraccio»: così il 6 febbraio 2019 scriveva a Luca Palamara il suo collega Pietro Gaeta, appena nominato avvocato generale della Cassazione, che con l'allora onnipotente leader dei magistrati italiani si era incontrato pochi mesi prima. Ieri Gaeta incamera una nuova, e ancora più ambita, nomina: è il nuovo procuratore generale della Cassazione, il magistrato più alto d'Italia nei ranghi della pubblica accusa. La sua nomina, votata ad ampia maggioranza dal Consiglio superiore della magistratura, viene accolta con soddisfazione dal presidente della Repubblica, che ha presieduto il plenum del Csm: «Le qualità professionali del dottor Gaeta, note e indiscusse, gli consentiranno certamente - dice Sergio Mattarella - di assicurare guida alla salda alla Procura generale della Cassazione».
Le chat con Palamara non avevano impedito a Gaeta, quando era esploso lo scandalo della spartizione delle nomine all'interno della magistratura, di guidare con pugno di ferro le inchieste disciplinari proprio contro i colleghi che si erano rivolti per aiuti e promozioni all'ex presidente dell'Associazione nazionale magistrati. Come avvocato generale (ovvero come «vice» del procuratore generale della Cassazione, che era allora Giovanni Salvi) Gaeta aveva chiesto e ottenuto dal Csm la radiazione di Palamara dalla magistratura e pene severe per i quattro membri del Csm accusati di avere trattato con Palamara e con alcuni politici la nomina del procuratore della Repubblica di Roma.
Ieri Gaeta ha ottenuto venti voti, mentre al suo unico avversario, Pasquale Fimiani, sono andati nove voti: quelli dei cinque componenti laici di centrodestra del Csm e di quattro dei togati di Magistratura indipendente, la corrente di destra. - «Per l'incarico di procuratore generale della Cassazione - spiega Claudia Eccher, consigliere laico in quota Lega - ho votato convintamente, dopo averlo proposto in Commissione, il dottor Pasquale Fimiani. Lo ritenevo il più titolato fra i vari candidati, tutti comunque di eccellente livello, avendo in tutta la sua carriera effettuato sempre attività giurisdizionale. Peccato che la maggioranza dei togati abbia fatto scelte diverse, preferendogli il dottor Pietro Gaeta che per quasi un decennio è stato lontano dalle aule di giustizia ricoprendo l'incarico fuori ruolo di assistente di un giudice della Corte costituzionale. Incarico sicuramente prestigioso ma molto distante dalla quotidianità dell'esercizio della funzione giudiziaria richiesta per ricoprire il ruolo di pg della Cassazione».
Gaeta è un esponente di Area, una delle correnti di sinistra dell'Anm, e nel periodo alla Corte Costituzionale ha lavorato come assistente di tre giudici tutti di centrosinistra: Giovanni Maria Flick, Franco Modugno e Franco Gallo.
Dopo il suo rientro in Cassazione si è occupato di molti casi rilevanti: sua, per esempio, era stata la richiesta (non accolta dalla Corte) di rivedere la decisione che metteva al carcere duro l'anarco-terrorista Alfredo Cospito, protagonista di un lungo sciopero della fame.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.