Ad agosto sterminò la famiglia accanendosi con 108 coltellate. Processo immediato per Riccardo

Il ragazzo, ora 18enne, sarà in aula il 26 giugno. L'accusa è di omicidio con premeditazione

Ad agosto sterminò la famiglia accanendosi con 108 coltellate. Processo immediato per Riccardo
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Aveva appena festeggiato il compleanno del padre quando decise di sterminare la famiglia. Era la notte tra il 31 agosto e il primo settembre quando Riccardo Chiarioni, all'epoca non ancora maggiorenne, massacrò con 108 coltellate madre, padre e fratellino in una villetta di Paderno Dugnano. Un triplice omicidio per il quale la gip per i minorenni di Milano, Laura Margherita Pietrasanta, ha disposto il giudizio immediato, fissando per il 26 giugno la prima udienza davanti al Tribunale.

Le indagini sono chiuse, ma il massacro è rimasto senza un perché. «Volevo essere immortale, uccidendoli avrei potuto vivere in modo libero», confessò a caldo il ragazzino, oggi detenuto nel carcere minorile di Firenze. Certo non può non fare riflettere il fatto che nella sua camera avesse una copia del Mein Kampf di Hitler e i discorsi di Benito Mussolini annotati a matita su un quaderno, accanto a disegni di aquile romane e fasci littori e ad appunti su lame e coltelli. Oltre alle sue simpatie politiche, nel corso delle indagini è emerso che nell'ultimo anno prima del massacro ha fatto uso di hashish, marijuana e cocaina. È stato lui stesso a raccontarlo agli inquirenti. Il giovane dovrà rispondere dell'accusa di omicidio volontario pluriaggravato anche dalla premeditazione. Ancora non è stata depositata la perizia psichiatrica chiesta dalla difesa per verificare se quando ha compiuto la strage il ragazzo avesse anche solo un vizio parziale di mente. Se così fosse, chiaramente, il giudice non potrebbe non tenerne conto nello stabilire la pena. Lo specialista in psichiatria e in criminologia clinica, Franco Martelli, nella consulenza che sarà depositata nei prossimi giorni e discussa in udienza ad aprile, dovrà anche pronunciarsi sulla capacità del 18enne di affrontare un procedimento. Il difensore, Amedeo Rizza, presenterà comunque istanza di giudizio abbreviato.

Impressionante il numero delle coltellate sferrate contro i familiari, 108 in totale, molte di più di quelle che si era creduto finora. È su Lorenzo, il fratellino di 12 anni, che il ragazzo si è accanito con maggiore violenza mentre dormiva nella sua cameretta: 57 i colpi per lui, 51 per i due genitori, accorsi dopo essere stati svegliati dalle grida del figlio piccolo. Non è stato mai chiarito il perché della strage, se non mettendola in correlazione con quel «malessere» che affliggeva il giovane da tempo. Durante l'estate si sarebbe acuito, fino a farlo sentire «estraneo» rispetto al mondo.

«Volevo cancellare tutta la mia vita di prima», ha messo a verbale il ragazzo, spiegando che uccidendo i familiari aveva creduto di poter vivere in modo libero. Riccardo avrebbe sofferto il «clima competitivo» che si respirava in famiglia.

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