Adesso Prodi chiede a Conte il ministero dell'immigrazione

Il Prof chiede al nuovo esecutivo redistribuzione del reddito, ambiente, sicurezza, salute e welfare. E ovviamente discontinuità sull'immigrazione

Adesso Prodi chiede a Conte il ministero dell'immigrazione

"Uno è sempre contento di avere degli eredi, bisogna vedere cosa gli si lascia". Ospite questa sera della festa nazionale del Partito democratico a Ravenna, Romano Prodi non ha chiuso a chi gli chiedeva se Giusppe Conte possa essere considerato un suo erede politico. "La situazione è totalmente diversa dai miei tempi. Noi abbiamo vinto con una coalizione organizzata, oggi con l'attuale legge elettorale non si vince mai", ha messo le mani avanti l'ex presidente del Consiglio augurando però al'avvocato di Taranto di "durare più" di lui.

Prodi è stato probabilmente il primo tra i democrat a teorizzare il sodalizio con il Movimento 5 Stelle. Dopo l'assist dei grillini a Ursula von der Leyen, il Professore ha auspicato che il patto che ha portato all'elezione della neo presidente della Commissione europea potesse essere portato anche in parlamento. E così è stato. A suo avviso non c'erano altre alternative. "Conte - ha, poi, spiegato - sta facendo un esercizio complicato, ma è troppo presto per vederne le conseguenze". L'importante è che si arrivi alla formazione di un governo politico e non, come auspicato invece da Beppe Grillo, di un esecutivo formato da tecnici. "Dobbiamo fare un governo con pochi punti ma essenziali", ha poi continuato durante la Festa del Pd snocciolando i punti che metterebbe in agenda: "redistribuzione del reddito, ambiente, sicurezza, salute e welfare". Per l'ex premier la nuova maggioranza giallorossa deve "prendere atto che la gente è scontenta e ha paura" e di conseguenza deve "dare termini di sicurezza con i numeri e con le decisioni".

In cima all'agenda del Professore c'è ovviamente anche l'immigrazione. Tanto che ha suggerito a Conte di fare un ministero da hoc togliendo questa delega al Viminale. "Non per nulla c'è un commissario europeo per l'immigrazione - ha spiegato durante la kermesse di Ferrara - non è solo un problema di ordine pubblico ma di futuro del Paese". Secondo Prodi, l'immigrazione non è un problema che può essere risolto solo dall'Italia: "Ci vuole qualcuno che parli con l'Europa e che ci aiuti a superare e cambiare il trattato di Dublino". Quindi ha fatto notare che il governo precedente, sostenuto da Lega e Cinque Stelle, è caduto il giorno dopo il voto sulla nuova presidente della Commissione europea. "Per risolvere i problemi - ha, quindi, chiosato - non dobbiamo fare i capricci da soli ma parlare con l'Europa".

Anche sui temi economici, Prodi pretende che il nuovo esecutivo prende le distanze da quello precedente. In primis, dovrà bandire la flat tax. "È una porcheria", ha tagliato corto questa sera spiegando che "non è giusto che uno che guadagna 30mila euro all'anno abbia la stessa aliquota di chi ne guadagna 100mila". Ed è tornato a parlare di "giustizia redistributiva" che troppo spesso è stata l'anticamera per giustificare una patrimoniale. Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, invece, non si è detto ideologiocamente contrario ma ha accusato i Cinque Stelle di averlo fatto male. "L'attenzione verso i più poveri è una 'roba' seria. Io sono per un sostegno alla povertà", ha poi cointinuato suggerendo a Conte di studiare come aumentare lo sviluppo.

"I governi della passata legislatura con il 4.0 avevano cominciato a fare qualcosa che ha funzionato - ha aggiunto dal palco della festa - dobbiamo riprendere a crescere in modo equo, siamo gli ultimi in Europa".

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