Destrutturare la famiglia tradizionale. Promuovere una sedicente «educazione alla diversità» con la quale scolorare l'identità sessuale di ciascun individuo. Incarcerare coloro che dissentono. Il governo Renzi non lo ammetterà mai chiaramente, ma l'azione politica portata avanti in Parlamento sembra seguire un percorso di sostegno alle richieste delle lobby lesbo-gay-bisex-trans. E non è un caso che il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, abbia sentito il bisogno di specificare che «la famiglia è un bene comune: il governo ha messo molte politiche organiche in campo come mai prima, con fondi specifici». Un'allusione al bonus bebé, ma anche alla conferma della dotazione per le scuole paritarie (cui potrebbe aggiungersi anche il 5 per mille). Peccato che ogniqualvolta il centrosinistra sblocchi le dotazioni per le scuole cattoliche non manchi mai chi si senta in diritto di alzare il sopracciglio, dalla sinistra Pd fino al draconiano Rodotà che vorrebbe veder spianato tutto ciò che non è scuola pubblica.
Un chiaro esempio è rappresentato dal ddl Cirinnà, la cui approvazione è stata promessa entro l'estate. Si equiparano di fatto le unioni omosessuali al matrimonio. Un aiuto che va al di là di pratiche di buon senso come la reciproca assistenza e il subentro nei contratti di affitto. Il ddl Cirinnà, oltre alla reversibilità dei trattamenti pensionistici, prevede la stepchild adoption . Si tratta della possibilità per la «coppia» di adottare il figlio biologico di uno dei due partner.
A Palazzo Madama è pure in stand by il ddl Scalfarotto che porta il nome del sottosegretario attivista dei diritti gay. La proposta introduce il reato di «omofobia» prevedendo pene da sei mesi a sei anni per «chi propagandi idee sulla discriminazione sessuale o istighi alla violenza». La materia è delicata perché prefigura un reato d'opinione e lo stesso Scalfarotto non è stato preciso in merito. In buona sostanza, se la legge venisse approvata così com'è, rischierebbe la galera chi dichiara apertamente e con toni forti la propria contrarietà al matrimonio gay o alle adozioni delle famiglie omosessuali, essendo prevista la procedibilità su querela.
La cornice dei provvedimenti ostili alla famiglia tradizionale è completata dall'istituzionalizzazione dell'indottrinamento gay friendly . Un emendamento al ddl Buona Scuola promuove «l'educazione alla parità di genere, la prevenzione delle violenza di genere e di tutte le discriminazioni». Sulla carta sembrerebbe una norma volta a fermare derive maschiliste ma la locuzione «tutte le discriminazioni» è un evidente tentativo di introdurre surrettiziamente la teoria gender della libera scelta del proprio genere sessuale (non della propria sessualità, beninteso). Il sottosegretario Faraone, per mettere a tacere le polemiche ha ammesso che l'obiettivo è far sì che «i ragazzi possano autodeterminarsi senza costrizioni». Come se sentirsi uomo o donna equivalesse a scegliere un abito.
Da ricordare, inoltre, la legge (che ha ottenuto un ok bipartisan) che introduce il «divorzio breve» riducendo i termini per lo scioglimento del contratto nuziale a 12 mesi per la separazione giudiziale e a 6 mesi per quella consensuale, indipendentemente dalla presenza di figli.
La Consulta, infine negli ultimi due anni, ha proseguito la devastazione della legge 40 rimuovendo il divieto di fecondazione eterologa (ricorso a un gamete di un donatore terzo) e quello di diagnosi preimpianto. Il Parlamento ha reso il matrimonio una pratica «usa e getta» e all'Alta Corte manca solo di consentire a single e gay l'accesso alla fecondazione assistita per mercificare ulteriormente la vita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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