Abitare la trasformazione digitale dell'informazione. Una frontiera nella quale gli influencer non sono solo il messaggio ma anche il mezzo. È questa la scelta annunciata ieri dal gruppo Gedi (editore di Repubblica, Stampa e Secolo XIX), controllata interamente dalla Exor, cassaforte della famiglia Agnelli presieduta da John Elkann (nel tondo). Nel dettaglio, Gedi ha acquisito il 30% dell'agenzia digitale Stardust sia dai soci che attraverso un aumento di capitale riservato. Alla fine di questo round i soci fondatori (il presidente Simone Giacomini, il Ceo Antonino Maira, Fabrizio Ferraguzzo, Alan Tonetti e Ettore Dore) deterranno il 57,5%, gli Agnelli il 30%, il venture capital Alchimia il 17,5% e il fondo Falcon il 5 per cento.
Il gruppo torinese non ha reso nota la spesa, ma l'investimento complessivo potrebbe avvicinare (se non superare) la decina di milioni di euro. Stardust ha fatturato circa 10 milioni l'anno scorso, con un margine al 15% del fatturato. Quest'anno i ricavi veleggiano verso il raddoppio. Gedi potrà incrementare la propria partecipazione fino a raggiungere una quota ricompresa tra il 60 e il 100% nel periodo 2023-2025. Nell'orizzonte di piano sono previsti meccanismi di remunerazione dei fondatori in caso di cessione e/o di diluizione con un aumento di capitale.
Queste cifre derivano, a loro volta, da altre. Stardust produce oggi circa 1.200 contenuti originali al giorno, e attrae oltre 500 creativi, influencer e ambassador (personaggi che si legano a un marchio o a una campagna istituzionale; ndr) la cui attività genera oltre 15 miliardi di visualizzazioni all'anno e 20 milioni di interazioni al mese. L'agenzia nel solo 2021 ha gestito circa 300 campagne social per 70 marchi. La peculiarità? L'aver creato un atelier «Stardust House», una villa a Milano che funziona da campo scuola per i giovani influencer che possono scambiarsi opinioni, idee ed esercitarsi sulle proprie abilità: musica, danza, recitazione e montaggio video. I giovani talenti Stardust come Samara Tramontano, Andrea Fratino, Giorgia Yin e George Ciupilan sono già molto noti ai giovanissimi e vantano milioni di follower su Instagram e TikTok.
Tutto questo spiega perché Gedi abbia scommesso per prima su questo «incubatore» di personaggi del futuro. «Con Stardust la nostra strategia digitale compie un passo in avanti perché ci permette di distribuire a nuove audience i nostri contenuti e di approfondire le dinamiche di comunità digitali finora non raggiunte dalla nostra offerta», ha spiegato l'amministratore delegato di Gedi, Maurizio Scanavino. Oltre il 70% degli italiani utilizza oggi i social media e il loro numero è in costante crescita. I Millennials (nati tra 1980 e il 1994) e la Generazione Z (nati dal 1995 al 2010) trascorrono, infatti, poco meno di 3 ore al giorno sulle diverse piattaforme. Rinunciare ai social e agli influencer significa rinunciare al principale veicolo informativo di questa fascia di consumatori. La recente cessione dell'Espresso da parte di Gedi si spiega anche con la volontà di puntare al target giovane.
Un mercato ben noto al fondatore Stardust, Simone Giacomini.
«Viviamo in un contesto in cui oggi le persone sono diventate un media potente in grado di influenzare i consumi e i comportamenti di un vasto pubblico connesso digitalmente», ha spiegato. Sì, le persone sono il mezzo e il messaggio.
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