"La legge Severino va cambiata, prima che faccia altre vittime innocenti". Non è un caso che il ministro dell'Interno Angelino Alfano lanci questo appello da Napoli. Nei giorni scorsi il governo ha, infatti, rimesso in discussione la permanenza del sindaco Luigi De Magistris alla guida di Palazzo San Giacomo. L'appello, sul quale la terza sezione del Consiglio di Stato, presieduta da Pier Giorgio Lignani, si esprimerà il 20 novembre, mira infatti a ripristinare la validità del provvedimento con cui il prefetto di Napoli Francesco Musolino ha sospeso De Magistris dalla carica di sindaco applicando, appunto, la legge Severino.
Ai cronisti che gli chiedono il perchè del ricorso del Viminale al provvedimento del Tar di Napoli che ha reintegrato di fatto nelle sue funzioni di sindaco l'ex pm, sospeso appunto per effetto della norma dopo una condanna in primo grado per abuso d'ufficio, Alfano ha spiegato che il ministero dell'Interno ha "il dovere di difendere i propri atti, i propri provvedimenti". Ma, ci ha tenuto a sottolineare, "un’altra cosa è la personale considerazione politica e istituzionale della legge Severino". Secondo il ministro dell'Interno, che ha parlato a margine della firma di un protocollo con il ministero della Difesa dell’Agenzia del Demanio, la legge deve essere cambiata al più presto: "Proprio il caso De Magistris dimostra come non regga bene davanti a un giudice amministrativo".
Durante la chiacchierata coi cronisti, Alfano ha citato anche il caso dell’ex sindaco di Agrigento che, dopo essersi dimesso per pura opportunità politica, è stato poi assolto
in secondo grado. "La norma non funziona e va cambiata - ha ragionato il ministro - al di fuori delle ideologie, occorre fare considerazioni di buonsenso. Prima che faccia altre vittime innocenti, cambiamola".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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