Alfano esulta per nulla e intanto riapre i Cie

Dopo il vertice col suo omologo austriaco, il ministro dell'Interno festeggia: «Crisi evitata» ma ripristina i centri di prima detenzione. Vienna: «Nessun muro»

Patricia Tagliaferri

Roma L'Austria conferma: non alzerà un muro che impedisca la libera circolazione attraverso il Brennero, ma farà controlli su treni e auto, seppure non in territorio italiano. Nella sostanza la linea austriaca non cambia, ma il ministro dell'Interno Angelino Alfano brinda dopo l'incontro con il suo omologo austriaco Wolfang Sobotka: «Evitata la crisi». Almeno per il momento.

Se l'emergenza è passata lo vedremo giovedì prossimo, quando il premier Matteo Renzi incontrerà come era già in programma il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, dopo che la Ue ha avuto toni critici sulle intenzioni austriache di ripristinare i controlli al valico del Brennero auspicando il ritorno al normale funzionamento delle regole di Schengen. È stato un confronto «molto franco e schietto» quello tra i due ministri. Necessario dopo che l'Austria, in piena campagna elettorale per il secondo turno delle elezioni presidenziali e con il governo che vuole cercare di recuperare posizioni, aveva annunciato l'intenzione di innalzare al confine una rete anti-migranti che avrebbe di fatto determinato la sospensione del trattato di Schengen con gravi ripercussioni anche economiche. Al termine del faccia a faccia non c'è una conferenza stampa congiunta, come si fa di solito, ma due distinti incontri con i giornalisti, con Sobotka che rassicura. Ma non troppo. Non ci sarà alcun muro, dice, ma una «barriera» sì. «Solo se sarà necessario - spiega il ministro austriaco - faremo controlli con traffico rallentato e sui treni, come accade già sul confine austro-ungherese. Per adesso abbiamo tirato su solo i paletti di una recinzione che servirà a incanalare i flussi». Alfano non nega che quella austriaca potrebbe non essere una decisione definitiva e ammette che ci «saranno ancora delle attività preparatorie in vista di un eventuale afflusso straordinario di migranti». «Ma l'Italia non si farà spaventare da un gabbiotto e abbiamo chiarito che una barriera sarebbe un danno per entrambe i paesi e soldi sprecati», afferma. Lo spettro del muro, dunque, non è scomparso del tutto e il nostro Paese dovrà darsi da fare per evitare che si materializzi. Per questo Alfano ha annunciato il rafforzamento della presenza di poliziotti, carabinieri, finanzieri e militari con il compito di controllare gli itinerari stradali e ferroviari che portano al Brennero e i flussi, grazie anche ad un accordo tra le polizie dei due paesi per evitare equivoci sui numeri. Il timore di Sobotka è che l'Italia non riesca a contenere eventuali arrivi di massa dalla Libia e che i profughi si riversino alla frontiera del Brennero. Un'eventualità che Alfano esclude, numeri alla mano, perché finora sono stati di più i migranti che hanno attraversato il confine dall'Austria all'Italia che il contrario.

Il ministro ha annunciato che saranno realizzati nuovi centri chiusi dove contenere i migranti irregolari da rimpatriare. Un punto, quello delle modalità delle espulsioni, che suscita preoccupazione anche a Vienna.

Ora Alfano li chiama «hotspot di secondo livello», ma in realtà si tratta della riesumazione dei vecchi centri di identificazione ed espulsione ormai ridotti al lumicino. «Oggi abbiamo registrato il sostegno dell'Austria al migration compact - ha detto Alfano - il nostro pacchetto di misure che porteremo alla Ue».

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