Anche San Marino indaga sugli affari di Armando Siri (nella foto). A rivelarlo è il numero dell'Espresso in edicola domani. Nuovi guai giudiziari sarebbero in arrivo per l'ex sottosegretario leghista, già indagato dalla Procura di Roma per corruzione. Le autorità dell'ex paradiso fiscale avrebbero aperto un'istruttoria su due «prestiti di favore a elevato rischio» concessi da una banca di San Marino al senatore e caratterizzati da una doppia serie di «violazioni sistematiche» delle regole creditizie.
Si tratterebbe di 750mila euro incassati da Siri tra ottobre e gennaio scorsi, quando era ancora sottosegretario alle Infrastrutture, e altri 600mila euro ottenuti tre mesi fa da un imprenditore a lui collegato. Secondo l'inchiesta giornalistica, entrambi i finanziamenti bancari sono stati giudicati «contrari ai principi di sana e prudente gestione del credito» dagli ispettori della Banca centrale di San Marino e da quelli dell'Agenzia anti riciclaggio (Aif), che dopo sette mesi di verifiche e interrogatori riservati hanno deciso di denunciare tutto alla magistratura trasmettendo gli atti alla Procura di Milano dove da alcuni mesi è già stata avviata un'indagine su un ulteriore finanziamento sammarinese.
Siri aveva acquistato una palazzina a Bresso, non lontano da Milano, grazie a un finanziamento di 585mila euro acceso appunto da una banca di San Marino. L'inchiesta dei pm Sergio Spadaro e Gaetano Ruta, aperta per l'ipotesi di autoriciclaggio, è comunque a carico di ignoti, quindi senza indagati. Condotta dalla Guardia di finanza e coordinata dal dipartimento guidato dal procuratore aggiunto Fabio De Pasquale, l'indagine era stata aperta ai primi di maggio ed era inizialmente senza ipotesi di reato. Al centro della vicenda milanese c'è l'acquisto da parte di Siri di un immobile per la figlia.
Grazie a un mutuo «senza garanzie» concesso dalla Banca Agricola Commerciale di San Marino. Una compravendita alla quale la trasmissione Report aveva dedicato una puntata e che la Banca d'Italia aveva segnalato come operazione sospetta.
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