Ammazzato, fatto a pezzi e chiuso in valigia

Fatto a pezzi e nascosto in una valigia. Il cadavere sezionato di Adriano Manesco, professore di settantasei anni in pensione, è stato ritrovato ieri pomeriggio all'interno di un trolley, nascosto in un cassonetto a Lodi. La macabra scoperta è stata fatta attorno alle 17.30 in via Gandini, dove gli uomini della squadra mobile di Lodi, Piacenza e Milano hanno recuperato il corpo.

Ma la polizia era sulle tracce del professore milanese ( per la cronaca si tratta di un ex compagno di scuola di Berlusconi) già da diverse ore. Giovedì notte, infatti, a Piacenza nel corso di controlli di routine, una pattuglia di agenti in servizio hanno notato e fermato in via Nasalli Rocca due italiani intenti a disfarsi di abiti sporchi di sangue. I due, entrambi incensurati, piacentini sui trent'anni, hanno inizialmente tentato la fuga, ma sono stati fermati. Uno di loro, messo sotto torchio, ha raccontato agli investigatori di aver ucciso a Milano un uomo e di averlo successivamente sezionato. L'omicidio è avvenuto in via Settembrini, dove la vittima abitava solo da qualche tempo. Quel corpo fatto a pezzi, poi, è stato rinchiuso dagli stessi assassini in un trolley. Non si capisce se i due abbiamo raggiunto Lodi in auto o in treno per abbandonare la vittima. Al momento del fermo, comunque, avevano ancora addosso un gioiello del pensionato e il suo pc. Sulla scomparsa di Manesco, tra l'altro, era stata aperta anche un'inchiesta nella città emiliana, perché i familiari ne avevano denunciato la scomparsa. L'anziano, infatti, aveva lasciato Milano da qualche giorno per raggiungere la sua seconda casa, a Piacenza, e da allora si erano perse le sue tracce. Sono stati proprio i fermati a indicare, la scorsa notte, alla polizia in che zona di Lodi avevano gettato la valigia con il cadavere. Le ricerche alle 14 si sono così spostate a Lodi. Gli uomini della scientifica hanno passato al setaccio, uno dopo l'altro, tutti i cassonetti dislocati nei dintorni della stazione fino ad arrivare in via Gandini. Qui hanno trovato il poveretto. La zona è stata immediatamente transennata per permettere agli uomini della scientifica di entrare in azione per effettuare i rilievi di rito. Poi il cassonetto che conteneva il trolley è stato rimosso e portato via per ulteriori analisi.

Al momento il movente dell'omicidio non è ancora del tutto chiaro, ma sembrerebbe che il settantaseienne da diverso tempo intrattenesse con i due piacentini una sorta di stretta amicizia, tracciabile anche attraverso i socialnetwork e lo stesso

pc della vittima. Proprio per questo i due dopo l'omicidio hanno tentato di farlo scomparire, nella speranza di allontanare i sospetti da loro. Ma il caso ha voluto che quando c'erano quasi riusciti sono stati bloccati.

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