La sinistra canta vittoria ma il centrodestra pareggia

"Questa grande vittoria del Pd e del centrosinistra rafforza l'Italia e il governo: siamo tornati in sintonia con il Paese". È stato questo il primo commento del segretario del Pd Enrico Letta ai risultati delle amministrative

La sinistra canta vittoria ma il centrodestra pareggia

«Questa grande vittoria del Pd e del centrosinistra rafforza l'Italia e il governo: siamo tornati in sintonia con il Paese». È stato questo il primo commento del segretario del Pd Enrico Letta ai risultati delle amministrative. Il fatto è che tutta questa grande vittoria alla fine dei conti la vede solo lui. Forse si riferisce alla sua di vittoria, a Siena, avendo acciuffato il seggio alla Camera lasciato vacante da Pier Carlo Padoan andato a presiedere Unicredit. «La destra - aggiunge Letta - vinceva quando aveva un federatore. Senza Berlusconi non vince più».

Parole smentite però dai fatti, e dai dati. Secondo YouTrend, il portale italiano che racconta le tendenze del nostro tempo, intanto Forza Italia ha sostanzialmente retto. E inoltre questa presunta vittoria del centrosinistra è infinitesimale rispetto alle Amministrative 2016. Il centrosinistra (insieme al M5s) passa da 26 a 27 comuni e il centrodestra da 25 a 24. Nel 2016 il centrosinistra elesse 20 sindaci al primo turno, nel 2021, 18. Nel 2016 il centrodestra elesse 24 sindaci al primo turno, nel 2021, 20. Un sostanziale pareggio, dunque. E non ovunque. Dario di Vico, inviato del Corriere commenta sui social: «In pochi l'hanno segnalato ma c'è uno scarto evidente tra il risultato delle città più grandi e quello dei Comuni medi (sopra i 15mila). Qui il centrodestra tiene ampiamente le sue posizioni e soprattutto in Veneto fa quasi cappotto».

L'analisi del dopo voto di Giorgia Meloni è, a tal proposito, illuminante: «Ascolto di una grande presunta vittoria del centrosinistra che però io non ravviso, nel senso che si votava in Calabria dove si conferma una vittoria del centrodestra e si votava in 6 capoluoghi di regione di cui 5 erano in mano al centrosinistra e uno al centrodestra. Oggi abbiamo 3 confermate al centrosinistra e 3 al ballottaggio; quindi, questi festeggiamenti temo che debbano essere rimandati almeno a tra due settimane, quando potrebbe accadere che il 5 a 1 è diventato 3 a 3».

E poi un dato non trascurabile nel complesso. YouTrend scrive che «nei 1.153 comuni in cui si è votato, l'affluenza si è fermata al di sotto della soglia del 55%, quasi 7 punti percentuali in meno rispetto alle elezioni amministrative del 2016. Una situazione che peggiora se si considerano soltanto i cinque centri principali. Essa si è manifestata soprattutto nei quartieri periferici, in particolare in quelle zone dove il M5s e la Lega avevano ottenuto consensi molto elevati in occasione delle tornate elettorali degli anni scorsi (Amministrative 2016, Politiche 2018 ed Europee 2019)».

Secondo l'istituto di Lorenzo Pregliasco, anche per questo motivo, a risultare favoriti da questa tendenza sono stati i candidati del centrosinistra, che già godevano di un trend storico favorevole nei grandi centri al voto. Il caso di Torino è emblematico nel tracciare una correlazione tra il calo del voto nelle periferie e la buona performance di Lo Russo.

Riguardo al voto alle liste per YouTrend il Pd diventa la lista più votata in 4 grandi centri su 5, «ma è un dato che non sorprende, vista la tendenza sempre

più marcata delle grandi città a schierarsi sul fronte progressista. E la Lega perde voti, a vantaggio dell'astensione e di Fratelli d'Italia, che ha invece guadagnato consenso diventando il primo partito della coalizione».

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