Anarchici contro l'alta velocità L'Italia resta a terra per 24 ore

Attentato alla sicurezza dei trasporti: indaga la Procura Per la bomba 2017 a Firenze tutti finiscono condannati

Anarchici contro l'alta velocità L'Italia resta a terra per 24 ore

N essun innesco. Per paralizzare l'alta velocità è bastato liquido infiammabile: il fuoco sarebbe stato appiccato in due punti diversi della cabina elettrica di Rovezzano ai due tombini laterali ai binari, contenenti le canalette per la trasmissione dei dati. Paralisi riuscita. Stop ai treni in tutte le direzioni. Italia bloccata. E pista anarchica da subito battuta dagli investigatori di Digos e Polfer. Il rogo doloso è apparso immediatamente un'azione di sabotaggio di matrice anarchica, soprattutto per la tempistica. Messa a segno a poche ore dalla sentenza che a Firenze ha condannato 26 insurrenzionalisti nel processo per la «bomba di Capodanno», esplosa il primo gennaio 2017 contro una libreria del centro storico considerata vicina a Casapound. L'artificiere della polizia Mario Vece era rimasto ferito gravemente, perdendo una mano e subendo pesanti conseguenze a un occhio. Scritte con la firma degli anarchici erano apparse nelle ultime ore in tutta la città. E all'alba i roghi - pare tre - hanno bloccato tutto.

La Procura ha aperto un fascicolo e indaga per attentato alla sicurezza dei trasporti, per ora contro ignoti. «Ignoti che con un nonnulla hanno gettato nel caos la circolazione ferroviaria nazionale», ha esordito in tono canzonatorio ieri intorno alle 13 il sito di area anarchica finimondo.org. Il post dal titolo La strategia della lumaca - Bisogna portare il panico alla superficie delle cose, è al vaglio degli inquirenti come possibile rivendicazione dell'azione. «Questa mattina - si legge - dieci giorni dopo il ventunesimo anniversario della morte di Maria Soledad Rosas, due giorni dopo il diciottesimo anniversario della morte di Carlo Giuliani e poche ore prima della prevista sentenza da parte del Tribunale di Firenze contro una trentina di anarchici, la linea ferroviaria che collega Roma e Firenze è ferma, sospesa, bloccata. Cosa è successo? Sarà stato un caso? Una coincidenza? Una vile provocazione? Oppure, più semplicemente ed umanamente, un gesto d'amore e di rabbia?». E ancora: «Eh, lo sappiamo, lo sappiamo, che sbirri e giornalisti - abituati come sono o al mutismo dell'obbedienza o al coro del consenso - prenderanno queste nostre parole per una rivendicazione. Ma che ci volete fare? È più forte di noi. Non riusciamo a trattenere la nostra emozione nel constatare come questo gigante chiamato Potere abbia sempre e comunque i piedi di argilla. Come sia sufficiente accendersi una sigaretta all'aria aperta in campagna e sotto la luna per mandarlo in tilt. Come tutta la sua esaltata magnificenza, tutta la sua tracotante invincibilità, dipendano da fragili cavi disseminati un po' dovunque. Talmente vulnerabili da poter essere neutralizzati persino da una lumaca».

Già, la lumaca. La stessa che il medesimo sito ha citato due giorni fa, proprio alla vigilia dell'incendio, con un altro post eloquente in cui ricordava che la «mattina dello scorso 30 maggio le linee ferroviarie dalla compagnia JR Kitakyushu, nel sud del Giappone, sono state paralizzate». Il ministro dell'interno Matteo Salvini fa sapere che «se sarà confermata la pista anarchica, verificheremo eventuali collegamenti con i No Tav che negli ultimi giorni hanno aggredito le forze dell'ordine». La galassia No Tav è in tensione da giorni. Nell'ultima notte di violenza vicino al cantiere di Chiomonte, in Val di Susa, altri venti di attivisti sono stati identificati dalla Digos.

Ed erano presenti in aula ieri i «compagni» degli imputati quando la corte d'Assise dopo ore di camera si

consiglio ha letto le condanne per i 26 dei 28 imputati per la bomba di Firenze, con pene vanno da pochi mesi fino a 9 anni e mezzo. Cori e urla hanno interrotto la lettura. E forze dell'ordine costrette a sgomberare l'aula.

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