Rolling Stone, anche Linus si smarca dal manifesto anti Salvini: "Una carognata paracula"

Il conduttore radiofonico racconta la disavventura con la rivista circa la campagna contro Salvini

Rolling Stone, anche Linus si smarca dal manifesto anti Salvini: "Una carognata paracula"

La crociata anti-Salvini del Rolling Stone non solo è naufragata malamente, ma giorno dopo giorno il manifesto contro il leader della Lega incassa colpi, in un clamoroso – quanto imbarazzante – effetto boomerang.

Dopo Mentana, Alessandro Robecchi e Valentina Petrini, che hanno smentito di aver dato il proprio consenso all’iniziativa della rivista musicale diretta da Massimo Coppola, adesso è il turno di Linus. Già, perché anche la voce di Radio Deejay (di cui è anche direttore artistico) è stato tirato in ballo a sua insaputa dal Rolling Stone per firmare la petizione arcobaleno della discordia.

Peccato che, pure lui, non ne sapesse niente. O quasi. Così il conduttore radiofonico ha voluto chiarire per bene la sua posizione, affidando a un post su Instagram la sua verità dei fatti. Coronandola con un primo piano del ministro dell’Interno. Giusto per chiarire, fin da subito e anche ai più distratti utenti che spolliciano sullo smartphone, il contenuto del suo messaggio.

Ragazzi, adesso mi sono rotto il cazzo. Vi racconto come stanno le cose. Due settimane fa Rolling Stone mi chiede due righe su Salvini. Scrivo che i migranti sono un problema, che fa bene a farsi sentire, ma che non mi piace il modo e il tono con cui lo fa. A mia insaputa, vengo messo in un calderone per lanciare una campagna paracula contro di lui. Non lo voterei mai, ma allo stesso modo non avrei mai accettato, sapendolo, di entrare in questo giochino. Il secondo capitolo è che, in conseguenza di questo, come tutti quelli presenti sul giornale, consapevoli o no, divento obiettivo degli speculatori del web. Tra questi il Tempo, che mi fa una telefonata stile Ciao Belli in cui mi chiedono come se si parlasse di gattini se voglio un migrante a casa. Siccome lo faccio di mestiere capisco che è uno scherzo e riattacco. Da un paio d’ore questa seconda carognata (la prima, ripeto, è quella di Rolling Stone) gira su Facebook ed è partito il linciaggio. A quelli che mi stanno insultando gratuitamente e con grande piacere, se avete avuto la pazienza di arrivare fino qui, chiedo di far girare allo stesso modo quello che ho scritto adesso. Poi magari continuate ad odiarmi perché sono della Juve o cagate simili. Ma non fatemi passare per quello che non sono. Grazie

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Linus e l'affaire Salvini-Rolling Stone

"Ragazzi, adesso mi sono rotto il caz...Vi racconto come stanno le cose. Due settimane fa Rolling Stone mi chiede due righe su Salvini. Scrivo che i migranti sono un problema, che fa bene a farsi sentire, ma che non mi piace il modo e il tono con cui lo fa. A mia insaputa, vengo messo in un calderone per lanciare una campagna paracula contro di lui. Non lo voterei mai, ma allo stesso modo non avrei mai accettato, sapendolo, di entrare in questo giochino".

E continua: "Il secondo capitolo è che, in conseguenza di questo, come tutti quelli presenti sul giornale, consapevoli o no, divento obiettivo degli speculatori del web. Tra questi Il Tempo, che mi fa una telefonata stile ‘Ciao Belli’ in cui mi chiedono come se si parlasse di gattini se voglio un migrante a casa. Siccome lo faccio di mestiere capisco che è uno scherzo e riattacco. Da un paio d’ore questa seconda carognata (la prima, ripeto, è quella di Rolling Stone) gira su Facebook ed è partito il linciaggio".

"A quelli che mi stanno insultando gratuitamente e con grande piacere, se avete avuto la pazienza di arrivare fino qui, chiedo di far

girare allo stesso modo quello che ho scritto adesso. Poi magari continuate ad odiarmi perché sono della Juve o cag... simili. Ma non fatemi passare per quello che non sono. Grazie" chiosa Linus su Instagram.

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