
Un miliardo e mezzo di euro dei cittadini europei sono stati stanziati dal 2021 al 2027 dalla Commissione europea a varie Ong per promuovere la propria agenda politica con il pretesto di diffondere «i valori dell'Ue» attraverso il programma Cerv (Cittadini, uguaglianza, diritti e valori).
Un vero e proprio fiume di denaro che, dietro l'intento di una «maggiore integrazione europea», nasconde in realtà il tentativo di imporre una visione a senso unico emarginando le voci dissenzienti. È questo il quadro che emerge da un dossier realizzato dall'MCC di Bruxelles intitolato The EU's propaganda machine (con il sottotitolo emblematico «come l'Ue finanzia le Ong per promuovere se stessa») curato dal ricercatore Thomas Fazi.
Dal 2021 più di tremila organizzazioni della società civile hanno ricevuto finanziamenti dal fondo Cerv e, tra i principali beneficiari, ci sono la EuroCentralAsian Lesbian Community (6 milioni) e la International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association (ILGA-Europe, 4 milioni).
Nel programma di lavoro per il 2025 la Commissione Ue ha definito le linee guida per accedere ai finanziamenti tra cui «proteggere i valori e i diritti dell'Ue combattendo i crimini e i discorsi di odio» (è noto come con questa formula si colpisca in molti casi la libertà di parola), la lotta «all'antiziganismo», alla «LGBTIQ-fobia», al «razzismo antimusulmano» e alla «discriminazione intersezionale».
Per ottenere i fondi europei è necessario presentare progetti in cui: «migliorare la conoscenza della storia e delle eredità del colonialismo, schiavitù e la tratta degli schiavi e le radici storiche del razzismo» oppure «promuovere una maggiore consapevolezza del contributo della migrazione, migranti e dei loro discendenti alla ricchezza culturale, alla diversità e alla storia comune dell'Europa e alla storia comune dell'Europa» e infine «contrastare la disinformazione, la manipolazione delle informazioni e le interferenze nel dibattito democratico». Spulciando alcuni dei progetti finanziati emerge Blue4EU promosso dall'Università «Babes-Bolyai» in Romania per «migliorare il pensiero critico e la resilienza dei giovani nei confronti degli attuali movimenti estremisti e anti-UE» (375,300) oppure Eu Turn 2025 dell'Accademia Europea di Berlino che mira a «de-nazionalizzare l'impegno europeo» (415,000).
Come spiega a Il Giornale il curatore del dossier Thomas Fazi: «con la scusa di promuovere i valori europei, l'Ue usa questi fondi in modo strumentale per diffondere una precisa ideologia, il multiculturalismo, un certo linguaggio, la cultura woke.
È un fenomeno non così diverso dal programma UsAid». Chissà se prima o poi anche in Europa accadrà quanto successo negli Stati Uniti dove Donald Trump ha bloccato l'utilizzo dei fondi contestandone l'utilizzo per finalità ideologiche.
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