Anche Salvini dice no al luogo di culto islamico

Il leader leghista aderisce alla raccolta firme per evitare la costruzione del luogo di culto

Anche Salvini dice no al luogo di culto islamico

Roma - Dopo il fermo del presunto attentatore di Pisa, anche il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, scende in campo per dare il suo sostegno al comitato «No moschea», impegnato in questi giorni nella raccolta delle 1.800 firme necessarie a indire il referendum grazie al quale saranno i pisani a decidere in merito alla realizzazione o meno di un luogo di culto per i musulmani a poche centinaia di metri dalla torre pendente.

Il leader del partito del Carroccio, dopo aver letto la notizia apparsa ieri su Il Giornale, ha deciso di dire la sua. «Inneggia all'Isis, fermato tunisino a Pisa - ha scritto Salvini sulla sua pagina Facebook - e il Pd vuole dare il permesso di costruire una moschea. Ultimi giorni utili, da oggi al 22 agosto, per firmare la richiesta di referendum in città: pisani, tocca a voi! Tivù, radio e giornali nascondono la notizia: fate girare voi le iniziative e la pagina Facebook del comitato #nomoschea». Il riferimento va ai giornali locali che, da giorni, in linea coi dettami del governo locale, non pubblicano una riga su quanto sta facendo il comitato che, nel frattempo, è riuscito a raccogliere circa 1.400 firme.

«Ne mancano davvero poche - spiega il presidente del No moschea Luca Cuccu, per cui invitiamo residenti a Pisa a venire questa mattina dalle 9.30 al mercato cittadino, dove ci sarà un banchetto o domani sera, domenica 14, alle 19 in piazza Belvedere a Tirrenia, dove il giornalista e scrittore Magdi Allam, assieme ad altri suoi colleghi che sostengono la causa, terrà un comizio per spiegare le ragioni per cui una moschea non deve essere realizzata. È stato dimostrato che dove ci sono questi luoghi di culto si è più a rischio attentati».

Intanto, arrivano le prime notizie su quelli che saranno i veri finanziatori della moschea di Pisa, qualora fosse realizzata. Sarà infatti l'Ucoii (Unione delle comunità islamiche d'Italia) a mettere i soldi. I fondi saranno quelli derivanti dalla donazione della Qatar Charity, che non è altro che una organizzazione legata al governo del Qatar, lo stesso che finanzia i «fratelli musulmani», ergo, lo Stato islamico. La conferma ufficiale da parte della comunità islamica pisana non è ancora arrivata, ma nei giorni scorsi l'imam di Firenze Izzedin Elzir non ha fatto misteri relativamente al fatto che «l'Ucoii accetti donazioni da chiunque, se trasparenti e senza condizioni». Ed è anche per questo che il malcontento da parte dei pisani cresce, anche perché la Tunisia, dopo l'uccisione, tempo fa, di 45 turisti a Sousse, ha fatto chiudere 80 moschee, mentre a Pisa il sindaco Marco Filippeschi stringe la mano all'imam, incoraggiandolo alla realizzazione della struttura. Il cui progetto iniziale prevedeva la costruzione di un minareto alto 25 metri, sufficienti perché dalla sua cima si potesse vedere la torre pendente.

«Mi auguro che i pisani aprano gli occhi - conclude Cuccu - e che possano prendere in mano la situazione, perché se riusciremo ad andare al referendum saranno loro a decidere democraticamente se la moschea si farà oppure no».

Al comitato «No moschea», che è comunque apolitico, hanno aderito però i rappresentanti di diversi partiti, soprattutto di centrodestra.

E domani saranno tutti in piazza con Magdi Allam per dire ancora una volta «no» al tentativo di islamizzazione dell'Italia.

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