Gli insulti choc di Travaglio. Ma Annalisa Chirico lo zittisce così

L'allusione sessista di Marco Travaglio nella critica al libro. E Annalisa Chirico lo annienta con un commento durissimo

Gli insulti choc di Travaglio. Ma Annalisa Chirico lo zittisce così

In Italia anche il sessismo ha un colore e un orientamento politico, come tante altre cose che andrebbero condannate universalmente e che, invece, quando provengono da una certa parte vengono taciuti o, ancora peggio, giustificati. L'ultimo caso in ordine di apparizione vede protagonista Annalisa Chirico contrapposta a Marco Travaglio. Quest'ultimo, per muovere una critica all'ultimo libro della giornalista, l'ha insultata pensatemente. Un insulto sessista che non è stato condannato da certe femministe che, con ogni probabilità, erano distrattamente girate dall'altra parte.

I fatti sono semplici. Annalisa Chirico ha da poco scritto un libro nel quale espone, argomenta e motiva la sua tesi. Secondo lei, per far rinascere l'Italia e dare un futuro stabile al Paese è necessaria la triade composta da Salvini-Draghi-Renzi. Un pensiero personale messo nero su bianco su un libro, condivisibile o meno, ma senz'altro meritevole di rispetto, come dovrebbero essere tutte le idee, anche quelle non accettate. Il direttore del Fatto Quotidiano non la pensa così e, anziché criticare nel merito, ha scritto un pezzo con insulti disdicevoli: "Ma poi ci vorrebbero pure tre lingue come le sue per leccarli tutti e tre".

Comprensibile il risentimento della giornalista, che per far sentire la sua voce e rispondere a Marco Travaglio ha deciso di scrivere una lettera al sito Dagospia, che ha dato seguito alla richiesta di pubblicazione della Chirico. "Caro Roberto, nel silenzio delle pseudofemministe finalmente qualcuno scopre il velo sulla truce attenzione che Marco Travaglio riserva alla lingua di certe donne e, in particolare, alla mia", esordisce la giornalista prima di riportare il passaggio sulla lingua che, a suo dire e secondo la sua insidacabile sensibilità, l'ha offesa. "Il corpo ‘oggettificato’, come direbbero le Murge d’Italia. È a dir poco mortificante doversi schermire da simili attacchi, la lingua, le lingue, chissà come avrebbero reagito le amiche del karaoke se il loro renatozero preferito, Travaglio appunto, le avesse apostrofate come ha fatto con me", scrive Annalisa Chirico, affondando la penna e il colpo sui motivi del suo forte risentimento.

La domanda che si pone la giornalista in merito alla critica di Marco Travaglio è una: "Posto che ogni donna ha il diritto di fare l’uso che vuole della propria lingua, nel caso di specie la ‘triade Salvini Draghi Renzi’ è una tesi giornalistica e politica, la mia: la si può contestare nel merito ma perché volgarizzarla con l’ennesimo volgarissimo insulto sessista?". Un interrogativo lecito da parte di Annalisa Chirico.

Tuttavia, la giornalista appare maggiormente risentita per la mancata solidarietà femminile, piuttosto che per le parole del direttore de Il Fatto Quotidiano: "Si sopravvive anche a questo, per carità, ma il silenzio attorno, quello sì che fa rumore".

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