Il Pd contro la Bignardi: "Chi paga per Politcs?"

Il deputato del Pd, Michele Anzaldi, attacca i vertici della Rai per i bassi ascolti dei programmi d'informazione e si chiede: "Chi pagherà per questo incredibile danno al servizio pubblico?"

Il Pd contro la Bignardi: "Chi paga per Politcs?"

“'Dimartedi" ha quasi triplicato gli ascolti di 'Politcs', 6,8% a 2,7%. La prima serata del martedì di Raitre, che fino a qualche anno fa era il fiore all'occhiello dell'informazione di Raitre, è stata letteralmente smantellata, per la gioia della concorrenza. Chi pagherà per questo incredibile danno al servizio pubblico? Direttori presenti e passati? Mega dirigenti con i compensi che sforano qualsiasi tetto?". Se lo chiede su Facebook il deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi.

"Nell'assenza ancora – aggiunge Anzaldi - di un piano per l'informazione, la Rai ha addirittura creato una nuova struttura editoriale, diretta da Carlo Verdelli con tanto di super stipendi e super consulenti. A che serve? A che è servita?”. Il deputato del Pd ricorda che ieri sera l’unica tv a dare in diretta la notizia dell’approvazione del Def è stata “proprio La7, con fior di giornalisti economici come Giovanni Floris e Massimo Giannini (nelle vesti di ospite e quasi co-conduttore)”, mentre in Rai si parlava di matrimoni. "Ma non è l'unico episodio”, scrive Anzaldi ricordando che “in vista del referendum del 4 dicembre, c'è finora solo una trasmissione che è specificamente dedicata a illustrare le ragioni del Sì e del No, quella di Enrico Mentana su La7 il venerdì sera. E la Rai? Non pervenuta”.“Eppure – attacca ancora il deputato renziano - è proprio l'informazione il settore sul quale, da contratto di servizio, la tv pubblica dovrebbe mostrare la propria differenza e specificità rispetto alla concorrenza privata". Per Anzaldi finora la tv pubblica ha il “più alto numero di giornalisti della storia del servizio pubblico” all’interno del Cda eppure vanta la chiusura o lo smantellamento di trasmissioni d'informazione storiche, senza aver predisposto adeguati rimpiazzi. “Qualcuno dovrà essere chiamato a risponderne”, ha concluso il deputato del Pd.

Intanto il cda della Rai ha approvato "all'unanimità" un documento che recepisce il limite di 240mila euro di retribuzione massima, imposto dalla legge, ma ha anche individuato "un

numero ben preciso di quante persone possono andare oltre quel tetto in modo variabile e per un tempo determinato", come ha precisato la presidente Monica Maggioni nel corso dell’audizione in commissione di Vigilanza.

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