Approvato il divorzio breve

Il premier si intesta una legge votata dal Parlamento a stragrande maggioranza

Approvato il divorzio breve

Il divorzio breve è legge. La Camera ha approvato in via definitiva, con 398 sì, il decreto di legge che riduce il periodo di separazione. Nel caso di separazioni consensuali si passa da tre anni a sei mesi, mente per le separazioni “per colpa” si passa il limite si abbassa a un anno. Per la relatrice Alessia Morani si tratta di “un grande passo verso la civiltà europea perché noi purtroppo sul campo dei diritti civili siamo ancora parecchio arretrati. Questo Parlamento, invece, si sta occupando dei diritti civili, in particolare del divorzio breve, forse perché in questa legislatura siamo in tanti a essere donne e giovani e quindi più vicini ai reali bisogni della gente”. Anche il premier Matteo Renzi ha voluto mettere il marchio su una riforma bipartisan con il classico tweet: “Un altro impegno mantenuto. Avanti, #lavoltabuona". Il divorzio breve, infatti, è stato votato da tutti i gruppi parlamentari ad eccezione della Lega Nord, e il secondo relatore è il forzista Luca D’Alessandro che, sempre su Twitter ha espresso la sua soddisfazione: “La politica dei fatti e non delle parole".

Su Facebook, invece, il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, uno dei sopravvissuti di Scelta Civica e con un passato nel Pdl e tra i radicali, pensa già alle prossime battaglie:”L'approvazione della legge sul divorzio breve dimostra che questa legislatura può garantire un deciso avanzamento del processo riformatore anche sui temi civili, su cui per lunghi anni l'attività legislativa ha fatto segnare gravi passi indietro, come sulla fecondazione assistita e la ricerca scientifica, o insostenibili battute d'arresto, come sul riconoscimento delle unioni civili e, in particolare, di quelle omosessuali. Ora si tratta, proprio a partire da questi dossier, di proseguire il lavoro fino al 2018". E su queto è pronto a dare battaglia il direttore della Croce e tra i fondatori del Pd, Mario Adinolfi che, sempre su Facebook, scrive:" Il Parlamento che non approva leggi di iniziativa parlamentare, ma solo di iniziativa governativa fino ad oggi, vota la prima di una serie di leggi che dissolveranno la famiglia. Con maggioranza bulgara (398 a 28), senza dibattito di fatto nel paese, ci si lascerà in sei mesi: è legge dello Stato. Il matrimonio diventa un contratto light, che potrà essere stracciato agevolmente anche in presenza di figli minori. Tranquilli, è solo il primo passo.

Dal 7 maggio in commissione Giustizia al Senato si attacca la musica con le unioni gay equiparate al matrimonio e la legittimazione pure dell'utero in affitto. Il tutto senza sussulti di opinione pubblica, senza dibattito, tutto al cloroformio. Che dicono alla Cei, è ora di darsi una svegliata?"

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