Donald Trump accoglie a Washington Benjamin Netanyahu mentre riprendono i delicati negoziati per un cessate il fuoco prolungato tra Israele e Hamas a Gaza. Il premier è il primo leader straniero invitato alla Casa Bianca da quando il tycoon è tornato al potere il 20 gennaio, simbolo dell'alleanza indissolubile tra i due Paesi. Nello Studio Ovale, il presidente americano presenta a Bibi due regali: un miliardo di nuove armi ed un ordine esecutivo per imporre la massima pressione sull'Iran. Allo stesso tempo si aspetta da Netanyahu una rassicurazione sulla fine rapida del conflitto, la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas e l'avvio della normalizzazione dei rapporti con l'Arabia Saudita. Il tutto mentre in Israele il partito di estrema destra minaccia il premier di uscire dal governo se andrà avanti con i negoziati. Secondo quanto riferiscono fonti informate, Trump offre il massimo appoggio all'alleato, purché Bibi dia la sua garanzia di non riaprire le ostilità nella Striscia e di non far saltare il cessate il fuoco.
Il comandante in capo è tornato a ribadire che «i palestinesi non hanno altra alternativa che lasciare Gaza, non è abitabile. C'è una sola cosa che tutti vogliono, la pace, anche lui» ha aggiunto poi con a fianco Netanyahu, il quale ha risposto che ha «tre obiettivi, non uno, non due, tre obiettivi e ho trovato risposta a tutti e tre. Penso che il presidente ci possa aiutare in modo enorme». Come regalo all'amico Bibi, The Donald ha chiesto ai leader del Congresso di approvare nuovi trasferimenti per circa un miliardo di dollari in materiale militare a Israele: le vendite di armi pianificate includono 4.700 bombe da mille libbre (450 kg), per un valore di oltre 700 milioni di dollari, nonché bulldozer blindati costruiti da Caterpillar per un valore di oltre 300 milioni di dollari. Sul tavolo c'è una direttiva per reimporre la «massima pressione» sull'Iran.
«È molto duro. Spero che non dovremo usarlo molto, non sono contento di farlo» ha detto prima della firma, dichiarando di aver perfino lasciato l'ordine di «annientare» il regime nel caso dovesse assassinarlo. Il decreto punta a negare a Teheran ogni possibilità di munirsi di un'arma nucleare e a contrastare la «maligna influenza» della Repubblica islamica. Un'iniziativa che arriva proprio mentre emergono le preoccupazioni dell'intelligence americana sul fatto che un team segreto di scienziati iraniani stia esplorando un approccio più rapido, seppur più rudimentale, per sviluppare l'arma atomica. Trump ha anche annunciato l'anticipata uscita degli Stati Uniti dal Consiglio per i diritti umani dell'Onu, che in passato ha accusato di faziosità nei confronti di Israele, e lo stop dei fondi all'Unwra. Sul fronte della tregua tra Israele e Hamas, invece, un possibile segnale positivo arriva l'ufficio del primo ministro dello Stato ebraico, il quale ha affermato poche ore prima dell'incontro alla Casa Bianca che avrebbe inviato una delegazione in Qatar «alla fine della settimana» per discutere un cessate il fuoco «esteso», come previsto dalla seconda fase dell'intesa, che potrebbe portare a una fine più permanente della guerra. Successivamente Netanyahu «convocherà il Gabinetto di Sicurezza per discutere le posizioni» del Paese.
A Dc invece, prima di vedere il presidente americano, ha incontrato anche il first buddy Elon Musk, nonostante le recenti polemiche per il suo apparente saluto nazista, dalle quali comunque il premier lo aveva difeso.
Sui social, tra cui X, circola una foto in cui si vede pure Trump unirsi alla coppia. Nel frattempo l'inviato di The Donald per il Medio Oriente Steve Witkoff ha detto ad Axios che non è rimasto «quasi nulla» di Gaza e ricostruire l'enclave devastata potrebbe richiedere dai 10 ai 15 anni.
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