Terza dose, si parte. Il via libera arriva dal ministro della Salute Roberto Speranza: «Ci siamo. Partiremo sicuramente già nel mese di settembre per le persone che hanno fragilità di natura immunitaria, penso ad alcune categorie di pazienti oncologici, ai trapiantati e a coloro che hanno avuto una risposta immunitaria fragile rispetto alla somministrazione delle prime due dosi». E non si pensi che l'Italia scavalchi l'Ema. Ieri dall'agenzia del farmaco europea è arrivata una sorta di tana-libera-tutti: «Mentre l'Ema valuta i dati sul cosiddetto booster, gli Stati membri possono già prendere in considerazione piani preparatori per la somministrazione di richiami e dosi aggiuntive».
Del resto il mondo scientifico è d'accordo sul «rifnorzo» del vaccino. Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana malattie infettive (Simit) e primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma, la raccomanda «senza alcuna distinzione tra i vaccini, pur sapendo che nei confronti delle singole varianti la durata dell'immunità può essere diversa». Detto che «da un punto di vista scientifico rendere obbligatoria la vaccinazione è l'unico modo per ridurre la circolazione del virus», Andreoni sottolinea che «per sostenere tutto questo è necessaria una forza politica». Inoltre per i vaccini vanno considerate diverse variabili e «la più grande è quella individuale. Non si può dire che Pfizer duri 9 mesi o Johnson&Johnson un anno e così via. Si tratta di un discorso fatto nella media della popolazione». Argomenti ribaditi anche da Guido Rasi, consulente del Commissario all'emergenza Covid, per il quale «il livello di anticorpi è uno degli indici che si sta studiando, e probabilmente sarà quello usato. A livello di salute pubblica - evidenzia - potrebbe esserci un trend così sicuro di tutta la popolazione, che si potrebbe arrivare a dire, dopo nove/dodici mesi, che sia comunque necessaria per tutti una terza dose al netto di nuove varianti».
Dunque già nel mese di settembre partiranno in Italia le prime terze dosi, ha spiegato il ministro, «poi continueremo ad analizzare tutti i dati per proseguire con gli over80 e residenti Rsa e personale sanitario, che sono le prime categorie che hanno ricevuto il vaccino e con tutta probabilità da quelle si partirà. I nostri organismi, l'Aifa, il Cts, si esprimeranno. Anche perché, se abbiamo passato in Italia un agosto con restrizioni molto limitate è avvenuto grazie ai vaccini. Questa è la verità». «Il mio messaggio - prosegue Speranza - continua a essere molto netto alle persone che non hanno ancora avuto il vaccino, a chi lo ha avuto e sarà chiamato a fare una terza dose: il vaccino è la chiave per aprire la porta di una stagione veramente diversa».
Dunque l'Agenzia europea del farmaco sta valutando i dati della letteratura sull'uso di una terza aggiuntiva di un vaccino a mRna in persone gravemente immunocompromesse, che «non raggiungono un livello adeguato di protezione dalla loro vaccinazione primaria standard», le quali potrebbero aver bisogno di una dose aggiuntiva come parte della vaccinazione primaria.
Allo stesso tempo però, afferma l'Ema, verrà effettuata una valutazione accelerata dei dati presentati da Pfizer, «compresi i risultati di uno studio clinico in corso, in cui circa 300 adulti con sistema immunitario sano hanno ricevuto una dose di richiamo circa 6 mesi dopo la seconda».
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