Ashley forse strangolata da un pusher africano nella movida degli artisti

Il killer della giovane americana incastrato dalle immagini delle telecamere. La polizia sa chi è. Imminente il suo fermo

La soluzione del giallo si nasconde in un vicolo di Santo Spirito. Il quartiere della movida fiorentina. Un groviglio, malinconicamente allegro, fatto di giovani che si spacciano per «artisti» e «creativi». Studenti fuori corso che si spacciano per «alternativi». E spacciatori veri. Che spacciano e basta. Soprattutto cocaina. Uno di questi pusher (vecchia conoscenza della polizia) potrebbe essere il killer di Ashley Olsen, la 35enne americana trovata domenica scorsa strangolata in casa. A incastrare il presunto assassino - «nordafricano con precedenti penali», secondo voci ufficiose - sono state le immagini catturate dalle telecamere di sicurezza dislocate lungo il tragitto che la vittima ha percorso la notte del delitto. Fino a tardi in un bar a bere e a discutere (pare «animatamente») con le amiche, poi una telefonata. Ashley fissa un appuntamento, esce dal locale e incontra un uomo: lo stesso uomo che ora gli investigatori credono possa essere l'assassino. Ashley e il suo «accompagnatore» percorrono insieme il dedalo di vie che separano il bar dal monolocale della giovane statunitense: la scena è immortalata in molti frame che i poliziotti ingrandiscono il più possibile, fino a identificare in quell'ombra maschile un «noto» pusher di colore, uno dei tanti stupefacenti fornitori del quartiere bohemién. Ma alla ricostruzione della fase immediatamente pre-omicidio manca una scena decisiva: quella in cui lo spacciatore entra nel portone di casa di Ashley. Quella sarebbe stata la prova decisiva. Ma, al momento, questa prova non c'è. Tuttavia gli inquirenti sono sicuri di aver individuato la pista giusta: «Sappiamo chi è, il resto verrà di conseguenza...». Il fermo dell'uomo è ormai dato per scontato.Gli ultimi esiti dell'autopsia hanno fugato parecchi dubbi: 1) la vittima conosceva il suo assassino; 2) la coppia è entrata insieme in casa; 3) il cane non ha mai abbaiato perché l'omicida non era uno sconosciuto; 4) il killer ha usato per strangolare la donna un cavetto del pc; 5) la vittima non ha opposto resistenza; 6) i due hanno avuto un rapporto sessuale consenziente; 7) l'assassino ha fatto sparire le sue tracce portandosi via il cellulare della donna. Ce n'è a sufficienza per avere un quadro abbastanza credibile di quanto è accaduto. Ma comunque non tale per ritenere il caso definitivamente chiuso. Alcuni aspetti del giallo restano infatti ancora senza risposta. A cominciare da quella domanda principale: perché Ashley è stata ammazzata? Si è trattato di un gioco erotico sfuggito di mano o, più probabilmente, dell'atto finale di un litigio degenerato in tragedia? E, in questo caso, quale sarebbe stata la ragione scatenante del raptus?Ieri ennesimo sopralluogo della scientifica nell'appartamento della vittima, in via Santa Monaca. Gli investigatori hanno cercato nuove impronte e tracce genetiche da comparare con quelle dell'uomo della «sagoma scura» ripresa dalla telecamera. Il suo nome è già nel casellario giudiziario abbinato a condanne per reati di spaccio; ora potrebbe aggiungersi l'accusa ben più grave di omicidio volontario. La Procura sta giocando la sua partita di poker, sicura oramai di aver in mano il punto vincente. Sempre che non si tratti di bluff. Ma l'impressione è di segno opposto.

La Procura ha già messo la salma di Ashley a disposizione della famiglia. Con il nulla osta concesso dai giudici,i genitori decideranno dove seppellire la figlia. La scelta è caduta su un cimitero di Firenze. La città che Ashley più amava al mondo. La stessa città che l'ha strangolata.

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