«Sono molto felice e orgogliosa che finalmente sia stata fatta giustizia per Davide anche se dispiaciuta che lui oggi non possa essere con noi. Però spero vivamente che questa sentenza possa servire a salvare anche una sola vita».
È il pensiero a caldo di Francesca Fioretti, compagna del calciatore Astori, uscendo dal Tribunale di Firenze, che ieri ha condannato per omicidio colposo il professor Giorgio Galanti, ex direttore della Medicina Sportiva dell'ospedale di Careggi, per la morte del capitano della Fiorentina avvenuta per una mancata diagnosi di una cardiomiopatia aritmogena diventricolare. Astori, che in passato aveva indossato anche la maglia di Roma, Cagliari e militava nella Nazionale, era stato stroncato da arresto cardiaco il 4 marzo del 2018 nella camera di un albergo a Udine, dove era in ritiro con la squadra. Il pm Antonino Nastasi nella requisitoria aveva chiesto un anno e sei mesi per Galanti, il 71enne pratese, che aveva rilasciato al giocatore due diversi certificati di idoneità alla pratica del calcio, nel luglio 2016 e nel luglio 2017. Secondo una consulenza tecnica effettuata da periti incaricati dalla Procura, nelle rispettive prove da sforzo, erano emerse aritmie cardiache che avrebbero dovuto indurre i medici a effettuare accertamenti diagnostici più approfonditi per escludere una cardiopatia organica o una sindrome aritmogena. Se fossero state diagnosticate in fase iniziale, Astori avrebbe interrotto l'attività agonistica e con i farmaci avrebbe potuto rallentare la malattia e prevenire l'insorgenza di «aritmie ventricolari maligne». A firmare la terza perizia nel processo, fondamentale per arrivare ieri alla sentenza, erano stati un cardiologo e un medico legale di Torino, il professor Fiorenzo Gaita e il dottor Gianluca Bruno. «L'holter Ecg indicato all'interno delle linee guida cocis non è stato eseguito - avevano scritto -. Avrebbe potuto, ma non con alta probabilità identificare aritmie maggiori che, se documentate, avrebbero indirizzato ad ulteriori indagini di terzo livello». Per quanto riguarda le possibilità di evitare il decesso, sarebbe stato necessario il pronto intervento di un defibrillatore.
«Attendiamo di leggere con ansia la motivazione di questa sentenza per verificare quale sia stato il percorso logico ed argomentativo del giudice per arrivare a questo dispositivo e ovviamente per impugnare la sentenza - ha commentato l'avvocato Sigfrido Fenyes, legale del professor Galanti -. La giustizia è fatta di tre gradi, noi sicuramente ci rivolgeremo al giudice di appello. Il professore è rimasto sconcertato. Siamo sorpresi perché ritenevamo che vi fossero tutte le condizioni per una sentenza di proscioglimento». Per Galanti sono state disposte anche provvisionali che superano complessivamente un milione di euro in favore della compagna della vittima, Francesca Fioretti, della figlia della coppia, Vittoria e dei familiari di Astori, parte civile nel processo con il rito abbreviato. La posizione di un altro medico sportivo, Francesco Stagno, che aveva visitato il calciatore ai tempi del Cagliari, era stata invece archiviata.
«Sono molto felice - ha detto l'avvocato
Alessandro Zonca, legale della famiglia - la loro reazione è quella di un dolore che si riapre, principalmente perché abbiamo una dimostrazione giudiziaria che se non ci fossero stati questi errori Davide oggi sarebbe qui».
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