Atene apre ai turisti (ma non all'Italia)

La Grecia: sì ai visitatori di 29 Paesi. Zaia: "Non siamo Wuhan"

Atene apre ai turisti (ma non all'Italia)

Tagliati fuori anche dalla Grecia. Tra i cittadini di 29 nazionalità che dal 15 giugno potranno andare in vacanza nelle isole elleniche, gli italiani non ci sono. Il nostro Paese è considerato ancora a rischio e adesso che Atene sta cercando di far ripartire l'economia riaprendo al turismo per la stagione estiva, vuole procedere con cautela dopo aver reagito meglio di altri territori mediterranei al coronavirus. «Il nostro obiettivo è essere in grado di accogliere ogni turista che abbia superato la paura e possa viaggiare verso il nostro Paese», spiega il ministro Harry Theoharis.

La lista, che oltre agli italiani esclude anche francesi e spagnoli, è stata compilata dopo aver esaminato i dati epidemiologici di ogni area e verrà aggiornata i primi di luglio. Non contenerà la nazionalità, ma il luogo di partenza e all'arrivo i visitatori potranno essere sottoposti a test a campione. «Riapriamo ma al contempo monitoriamo con attenzione la situazione. Rigidi protocolli di sicurezza proteggeranno sia il personale sia i turisti», aggiunge Theoharis. Saranno imposti limiti alle capacità degli hotel, in ognuno dei quali ci sarà un medico designato, in stretto contatto con il ministero della Salute.

Per ora, dunque, gli italiani non possono programmare vacanze in Grecia. Ma neanche in Svizzera, Austria, che il 15 giugno riapriranno le frontiere, ma non quelle con il Belpaese, considerato ancora un focolaio. In Croazia si potrà andare a patto di prenotare un albergo. «La situazione più difficile è ancora con l'Italia. Cerchiamo comunque a breve una soluzione», ammette il cancelliere austriaco Sebastian Kurz. Le chiusure degli altri Paesi rischiano di avere un forte impatto economico per l'Italia, ma il tema è anche politico. Il governatore del Veneto, Gianluca Zaia, definisce «scandalosi» i corridoi turistici e chiede l'intervento del ministro degli Esteri Luigi Di Maio. «Non possiamo essere considerati un lebbrosario, non esiste che qualcuno di consideri come la Wuhan d'Europa solo perché qui il virus è arrivato prima», dice. Anche per Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, i corridoi europei sono «vergognosi e rischiano di essere il colpo di grazia per il turismo italiano, un comparto strategico per la nostra economia che rappresenta il 13 per cento del Pil ma che il governo ha completamente dimenticato».

All'attacco anche la Lega.

Alex Bazzarro, membro della commissione Attività produttive, se la prende con Di Maio «incapace di salvaguardare il turismo italiano»: «Porterà l'Italia ad essere lo zerbino d'Europa». Mentre un gruppo di deputati trentini e altoatesini chiede l'intervento del premier Conte sulla chiusura del Brennero: «La mancata apertura delle frontiere comporterà effetti devastanti».

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