Chi apre la porta di una scuola, chiude una prigione. Poco importa che la citazione sia impropriamente attribuita a Victor Hugo. Quel che conta è che ieri, per milioni di studenti (e genitori) nel mondo, il ritorno fra i banchi ha significato la riconquista di un'apparente normalità e l'uscita dalla casa-prigione, rifugio vitale contro il virus (ma non necessariamente sicuro) e insieme gabbia per oltre un miliardo e mezzo di studenti nel mondo.
Un inizio fra le paure, le incertezze e i rinvii a causa dei nuovi contagi. Ma pur sempre un inizio simbolico, cruciale anche per le ricadute sull'economia e sul lavoro dei genitori, provati dallo smart-working con i bimbi fra i piedi e dalle conseguenze psico-fisiche del lockdown. Lo sanno bene i governi, a ogni latitudine. La riapertura delle scuole è il banco di prova e dalla sua gestione dipenderà la popolarità degli esecutivi.
CINA
Misurazione della temperatura, mascherine all'ingresso ma non fra i banchi, percorsi separati e scaglionati. Non poteva essere più significativa la campanella di inizio a Wuhan, culla della pandemia, nella Cina che Donald Trump addita come «responsabile della tragedia che ha colpito il mondo». Nella metropoli cinese sono tornati in aula 1,4 milioni di studenti, in 2.842 istituti fra asili, scuole primarie e secondarie. Domenica in città è stato dimesso l'ultimo paziente, una giornata storica per la Cina dopo i 4724 morti nel Paese e i quasi 90mila contagi, ora a quota zero.
FRANCIA
Dopo la Svezia, che ha riaperto le scuole a metà agosto e la Germania, dove alcuni studenti sono già alla quarta settimana fra i banchi, la Francia è al suo nuovo inizio da ieri. Un avvio con mascherina obbligatoria per tutti gli studenti sopra gli 11 anni nei luoghi chiusi, anche a causa dell'impennata di contagi, una media di 5mila giornalieri. Il premier Jean-Castex rassicura: «Tutto è pronto. Direi che è quasi un rientro normale». Macron manda un video di «buon rientro» sui social e affida al ministro dell'Istruzione le precisazioni sulle chiusure: «Succederà per forza nelle prossime settimane e questo non dovrà essere considerato un fallimento, ma corollario necessario per una consapevole politica del ritorno a scuola».
BELGIO
Scuole aperte per tutti anche in Belgio da ieri. E mascherina all'ingresso nel Paese secondo per tasso di mortalità più alto al mondo dopo il Perù: 10mila morti su 11,5 milioni di abitanti.
GRAN BRETAGNA
A seguire la Gran Bretagna, terza al mondo nella classifica di vittime per abitanti. Ritorno fra i banchi in Inghiterra e Galles. Ma il governo di Boris Johnson è sotto torchio per la gestione del virus e dopo lo scandalo sui voti della maturità, il ministro dell'Istruzione Williamson ieri è stato tartassato dall'opposizione per «un'estate di caos, incompetenza e confusione» sulla scuola.
SPAGNA
Trema anche la Spagna che riapre alcune scuole dal 7, la totalità dal 14, come in Italia. Obbligo di mascherina sopra i 6 anni visto che la pandemia galoppa con circa 8mila casi al giorno, 23mila solo negli ultimi tre. Misurazione della febbre all'ingresso. Reclutati 11mila insegnanti a tempo.
ISRAELE
Nelle ultime 24 ore si sono registrati più di 2.100 positivi. Ritorno in aula, ma non per tutti, in Israele, dove in 23 città è stata rinviata la prima campanella, suonata ieri per tutti gli altri.
STATI UNITI
Se Trump addita la
Cina, dagli Stati Uniti sopra i 6 milioni di contagi e i 183mila morti arriva l'annuncio del sindaco di New York Bill De Blasio. Il ritorno in aula slitta di 10 giorni al 21 settembre. Gli insegnanti minacciano lo sciopero.
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