"Autonomi tutti evasori". Quegli alibi dell'erario

Dimmi che partita Iva sei e ti dirò quanto sei potenzialmente infedele

"Autonomi tutti evasori". Quegli alibi dell'erario
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Dimmi che partita Iva sei e ti dirò quanto sei potenzialmente infedele. Messa giù così, l'analisi del Sole24Ore dell'altro ieri ha lasciato molti autonomi con l'amaro in bocca. Mentre l'Erario fa spallucce, in Italia ci sarebbero 2,7 milioni di «furbetti». Tutto nasce da un'elaborazione delle dichiarazioni fiscali pubblicate dal Dipartimento Finanze e rielaborate con «un algoritmo fondato su una ricca architettura di parametri» che avrebbe stilato la classifica di quelle più «inaffidabili», arrivata proprio nei giorni in cui tutti gli studi professionali lavorano a pieno regime per presentare dichiarazioni e pagamenti. Per avere la promozione serve un 8, un miraggio. A evadere sarebbero soprattutto lavanderie, noleggi e ristoranti, panetterie, bar, pasticcerie, macellerie, impianti sportivi, assistenza domiciliare, bocciati secondo gli Isa, gli Indicatori sintetici di affidabilità fiscale (che hanno sostituito gli studi di settore) che in queste categorie farebbero registrare degli enormi «spread reddituali» per lo stesso lavoro, mentre farmacie e studi medici sono «affidabili al 75%». L'evasione ci costerebbe 30 miliardi all'anno di mancato gettito, ma i quasi 30mila dipendenti dell'Agenzia delle Entrate «non riescono a stare dietro a tutto», ricorda il Sole. Una bella excusatio non petita. «Nessuno nel mio studio ha più di 8, tutti viaggiano tra il 5 e il 7», ci dice Maurizio La Croce dello studio Mlc. Non sarà che le pretese dell'Erario sono alte? È come se ci fosse una manina che vuole lanciare un messaggio a chi sta preparando le dichiarazioni, a pochi giorni dal lancio del software per il calcolo dei redditi alla base del concordato preventivo («pagami queste tasse e ti lascio in pace») che ha in mente il viceministro dell'Economia Maurizio Leo (nella foto). «È sgradevole la percezione di un panorama così francamente desolante, in cui sono pressoché tutti evasori. Anche avvocati, commercialisti e persino i notai nonostante il repertorio e le verifiche continue», osserva Alberto Arrigoni nella sua Gazzetta tributaria. Secondo Franceso Zappia di Research&Investigation «sono dati che non possono che essere parziali, hanno un senso laddove si intenda mappare la distribuzione del rischio di evasione per categoria economica o merceologica, ma non esaustivi laddove si voglia individuare il principio attivo da cui origina il comportamento fiscale illegittimo», sottolinea il commercialista milanese. Anche secondo il professionista romano Gianluca Timpone, che plaude alla stagione fiscale del concordato preventivo, «le pagelle fiscali sono poco veritiere e non tengono conto della singola realtà territoriale». «Diffondere l'immagine di una situazione di sostanziale evasione induce un effetto imitativo che certamente non giova all'assolvimento di quello che è un dovere civile oltre che costituzionale: pagare le tasse», conclude invece Arrigoni.

Ancora più severo il giudizio dell'avvocato Claudio De Filippi, sulla cui scrivania arrivano ogni giorno intimazioni di pagamento, precetti, richieste di pignoramento di conti correnti per cartelle anche di 15 anni fa, tanto da suggerire una Rottamazione quinques: «La lotta all'evasione è la solita tiritera della sinistra, figlia della cultura statalista, che la usa per giustificare tasse enormi. La caccia alle streghe delegittima il lavoro autonomo e le partite Iva, in pancia alla Riscossione ci sono 1,2 miliardi di euro, impossibili da recuperare. Lo Stato dovrebbe mettere su muscoli e togliere la pancia, invece è diventato un obeso Leviatano onnivoro». E invece di puntare il dito contro se stesso, l'Erario pretende un 8 in pagella.

Un professionista che preferisce restare anonimo maligna: «È come se un'insegnante mettesse i voti senza interrogare quasi mai i suoi studenti, vale a dire senza fare troppi controlli». Una bella metafora da ultimi giorni di scuola. Ma parafrasando John Donne, per chi suona la campanella?

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