Autonomia, ripartono le trattative: legge quadro in manovra

La Lega però tuona contro il ministro per gli Affari regionali: "Boccia lavora sodo per affossare la riforma. Non accettiamo prese in giro"

Autonomia, ripartono le trattative: legge quadro in manovra

Il governo torna al lavoro per la questione autonomia. L'obiettivo principale resta quello di approvare entro fine anno la legge quadro su cui poi poggeranno le future intese. Perciò i giallorossi starebbero pensando di inserire le norme direttamente in manovra. Francesco Boccia ha spiegato: "Stiamo ultimando la legge quadro che presenteremo alle Camere entro fine anno, presumibilmente anche come emendamento alla legge di Bilancio, dopo averla condivisa con le regioni stesse".

Il ministro per gli Affari regionali ha ribadito l'intento di "portare a casa l'autonomia differenziata", invitando tutti "a continuare il lavoro che abbiamo iniziato". Il dem ha avvisato: "Con Zaia, Fontana e con gli altri presidenti di Regione non cadrò mai nella polemica sterile, ma porgerò sempre l'altra guancia".

"Basta prese in giro"

La Lega però non ci sta. Il vicecapogruppo vicario del gruppo del Carroccio alla Camera, Fabrizio Cecchetti, e il vicepresidente della commissione Autonomia al Pirellone, Alessandro Corbetta, hanno tuonato: "Boccia lavora sodo? Sì, per affossare la riforma dell'autonomia in barba alle richieste di 3 milioni di lombardi, 2 milioni di veneti e i consiglieri eletti in Emilia Romagna". Non saranno più accettate "prese in giro", considerando anche che "il precedente governo è caduto anche per questo motivo".

La riapertura dei tavoli, la presentazione di leggi quadro e il calcolo dei livelli essenziali delle prestazioni servono "solo ad allungare i tempi e mandare il tema dell'autonomia alle calende greche, anzi romane".

Bisognerebbe immediatamente portare in Consiglio dei ministri "le bozze di intesa già presentate da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna mesi fa", oltre che dare "risposte veloci e concrete ai cittadini di queste regioni che aspettano la riforma da due anni".

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