Le aziende Usa garanzia per l'Ucraina

Oggi, dopo l'esito burrascoso di quell'incontro, l'accordo sulle terre rare sembra avviato a buon fine

Le aziende Usa garanzia per l'Ucraina
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di Baldo Sansò*

Quell'idea «rivoluzionaria» di Hugo Chavez potrebbe funzionare anche per l'Ucraina. Nel 2003, il presidente del Venezuela affrontava una crisi politica ed economica senza precedenti: dopo uno sciopero petrolifero che quasi lo portò alle dimissioni e fece crollare il Pil del Paese, il suo capitale politico vacillava. Di fronte al gruppo petrolifero statale PDVSA, impoverito di talenti e tecnologie, Chávez scartò la via delle tradizionali concessioni alle grandi compagnie internazionali, rifiutando quello che lui chiamava «colonialismo petrolifero». Ispirato da una legge sugli idrocarburi varata nel 1999, optò per creare joint venture tra Stato e privati, in cui lo Stato manteneva la maggioranza azionaria, ma la guida manageriale era affidata in buona misura ai partner non pubblici. In questo modo, oltre a capitali e tecnologie, si puntava a trasferire competenze al personale del gruppo PDVSA. Nacquero così 31 joint ventures, che inizialmente soffrirono per una gestione eccessivamente restrittiva della liquidità imposta dal governo. Nel 2012 mi fu data l'opportunità di trattare con Chevron e PDVSA per correggere la struttura finanziera della joint venture Petroboscan, con dei meccanismi che sono tuttora efficaci nonostante tutte le crisi politiche e finanziarie che si sono succedute in Venezuela. Ebbene, il protocollo per la creazione di un fondo destinato allo sviluppo delle complicate e costose terre rare in Ucraina previsto durante la visita di Zelensky alla Casa Bianca è saltato a causa della turbolenta dinamica politica. Oggi, dopo l'esito burrascoso di quell'incontro, l'accordo sulle terre rare sembra avviato a buon fine. E paradossalmente diventa ancora più risolutivo per l'Ucraina: gli interessi delle aziende americane che farebbero business nei suoi territori (e non solo per le terre rare, ma anche relativamente alle nuove infrastrutture) sarebbero forse la miglior garanzia di coinvolgimento degli Stati Uniti in difesa della sovranità di quel Paese nel medio e lungo periodo. Tuttavia, per Zelensky il rischio è di compromettere il suo capitale politico, affidando questo potenziale patrimonio a un partner che non offre del tutto garanzie per la difesa della sovranità mentre svuota il Paese di risorse minerarie senza lasciare nulla in cambio.

Ecco allora che un modello basato sulle joint venture simile a quello adottato da Chávez potrebbe rappresentare per l'Ucraina un'iniziativa credibile e concreta, capace di spingere gli investitori statunitensi a fare pressing su Washington, in modo di convincere gli Stati Uniti a coinvolgersi maggiormente creando a un tempo valore economico per il popolo ucraino.

*Ex consulente Bain in Venezuela

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