La baby gang di minorenni della Roma-bene. Botte, rapine e umiliazioni a chi denunciava

Fermati sei ragazzi di un istituto professionale: i video postati sui social

La baby gang di minorenni della Roma-bene. Botte, rapine e umiliazioni a chi denunciava

Roma. «Mi hanno fatto fumare uno spinello». La risposta della baby gang è violenta e immediata: calci e pugni per aver fatto la «spia» ai genitori. Non solo. Costretto a inginocchiarsi di fronte ai bulli mentre lo filmano e postano il video in rete. Umiliato fino a spingerlo al suicidio. A fermare in tempo il gruppo di 16enni violenti i carabinieri della stazione Monte Mario. Coordinati dalla compagnia Trionfale, i militari producono le prove necessarie al Tribunale dei Minori per emettere nei confronti dei sei un provvedimento restrittivo che li allontana dalla loro vittima. Un coetaneo vessato, rapinato, malmenato per settimane, da dicembre agli inizi di febbraio. Inizia tutto quando Carlo, chiamiamolo così, al terzo anno di un Istituto professionale di Roma Nord, all'uscita di scuola s'imbatte nel gruppetto. I sei lo costringono a farsi una canna. Carlo torna a casa e si sente male. La madre, preoccupata, chiede spiegazioni. E lui racconta tutto. «Mi hanno rubato la felpa firmata, volevano prendermi pure lo smartphone» dice.

La donna non ci pensa un istante e corre dai genitori dei piccoli delinquenti. Tutte famiglie perbene che, dopo le scuse e la restituzione degli oggetti rubati, se la prendono con i rispettivi figli. A questo punto scatta la rappresaglia nei confronti del ragazzo: accerchiato, malmenato e filmato in lacrime mentre è a terra. Il video viene postato su vari social, da Instagram a TikTok. La «storia» serve non solo a dargli una lezione ma ad ammonire tutti gli altri. «Chi ci denuncia fa questa fine». Il ragazzo torna a casa disperato, la mamma va a cercare i suoi aguzzini. E anche lei viene rapinata dalla banda. È troppo. La poveretta chiede aiuto ai carabinieri che per giorni si appostano davanti all'istituto scolastico. I sei sono indagati per spaccio di sostanze stupefacenti e, soprattutto, sono accusati di atti persecutori, lesioni aggravate e rapina aggravata nei confronti del minore e della madre.

Nell'informativa inviata in Procura i militari indicano ruoli e compiti degli indagati durante vari episodi di bullismo nei confronti di Carlo e di un suo compagno. In un caso il 16enne viene minacciato di morte per «essersela cantata» mentre in un'altra occasione uno dei sei gli avrebbe chiesto di togliersi la vita.

Il giudice ha emesso nei confronti dei minori, tutti tra i 15 e i 16 anni, il divieto di avvicinamento per una distanza di almeno 50 metri dalla vittima, l'interruzione di qualsiasi contatto personale, telefonico o tramite social e di astenersi dal commentare il suo comportamento. Infine di seguire le indicazioni dei servizi sociali.

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