Da uno a cento casi di coronavirus in meno di dieci giorni. New Rochelle, periferia a nord di New York si è svegliata nell'incubo del contagio dilagante. C'è un paziente zero, un avvocato ebreo di 50 anni che lavora in uno studio vicino alla Grand Central di Manhattan: il 2 marzo è risultato positivo al test del coronavirus, ed è stato subito ricoverato al centro medico della Presbyterian Columbia University. Ma quello che sembrava un intervento tempestivo, è risultato poi fuori tempo massimo. Solo due giorni dopo, il 4 marzo, sono risultati positivi la moglie, il figlio di 20 anni, studente alla Yeshiva University, la figlia di 14, e un vicino di casa che aveva trasportato l'avvocato in ospedale, e un amico. Il governatore, Andrew Cuomo, aveva invitato i newyorkesi a mettersi, autonomamente, in quarantena. In più di un migliaio avevano risposto all'appello. Ma il bilancio si è ulteriormente aggravato nel giro di pochi giorni: 108 casi quasi metà dei quali riportano all'avvocato. «È un fenomeno reale», ha commentato il governatore che ha dichiarato New Rochelle un «vero polo geografico» e annunciato l'invio nella zona di soldati della Guardia nazionale. I militari resteranno, almeno, fino al 25 marzo. Ora probabilmente gli appelli verranno ascoltati con più rispetto. Il direttore dell'istituto nazionale per le allergie ha già fatto sapere che «il peggio negli Stati Uniti deve ancora venire». Finora i casi confermati hanno superato quota mille con 31 decessi. E probabilmente si va verso la decisione di giocare a porte chiuse per le partite di basket e baseball.
Intanto i dem hanno chiesto al presidente Trump di dichiarare lo stato d'emergenza, una dichiarazione che consentirebbe all'Agenzia federale di gestione delle emergenze di utilizzare più di 40 miliari di dollari. Il governo ha fatto sapere che lavora a tempo pieno sulle misure di economia da applicare. Il presidente, ha sottolineato, il segretario al Tesoro Steven Mnuchin «è impegnato nel cercare di dare una risposta adeguata di tipo economica alla crisi».
Mnuchin ha spiegato che il Trump dà la priorità alla riduzione delle imposte sui salari ma, ha assicurato, «esamineremo anche altre soluzioni».E tra le misure d'emergenza da applicare c'è anche l'opzione sempre più realistica di bandire i viaggi verso l'Europa, considerando oramai qui il nuovo epicentro della crisi.
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