«La magistratura è un'istituzione imprescindibile dello Stato e l'indipendenza dal potere politico è un elemento sacro. Detto ciò, ci sono stati degli elementi di distorsione come il caso Palamara su cui non si deve essere reticenti». Non ha dubbi il piddino Simone Uggetti (nel tondo) che recentemente ha ricevuto la sua seconda e definitiva assoluzione per un'inchiesta aperta nel 2016 quando fu costretto a dimettersi da sindaco di Lodi.
Secondo lei, il Pd della Schlein sta seguendo troppo le sirene giustizialiste del M5S?
«Era un messaggio un po' trasversale perché vedo che anche molte prese di posizione di Nordio, che condivido quasi del tutto, fanno fatica a passare nella sua stessa maggioranza. Sicuramente la propensione all'alleanza con il M5S, che io vedo fattibile, non deve partire da elementi di subalternità culturale. Non è che, per accorciare le distanze in vista di una possibile alleanza col M5S, si sottacciono alcuni elementi di politica giudiziaria. Poi, sì, nel Pd c'è un'anima più garantista e una più acriticamente più vicina ai magistrati».
Nel Pd dovrebbe prevalere l'anima garantista?
«La mia esperienza ha ulteriormente segnato l'approccio che, oltretutto, è quello previsto dalla Costituzione: la presunzione di non colpevolezza, una discussione politica non basata sull'intercettazione, sugli avvisi di garanzia e sugli applausi agli arresti, sulle monetine ecc Ecco, questa, secondo me, è pornografia giudiziaria della politica. Sono distante da quel modo di fare politica».
Quale atteggiamento dovrebbe tenere il Pd sul reato di abuso d'ufficio?
«Per la mia esperienza e la mia cultura non posso che essere d'accordo col presidente dell'Anci Antonio De Caro e con Matteo Ricci. Non può diventare tutto penale. Sono dalla parte dei sindaci che cercano di fare il loro lavoro, ma non sono per l'impunità. Sarei favorevole anche a una maggior durezza per i reati contro il patrimonio come peculato, corruzione, concussione e malversazione. Dobbiamo, però, anche mettere gli amministratori locali nella condizione di poter lavorare serenamente, quando perseguono l'interesse pubblico».
Quindi dovrebbe votare a favore dell'abolizione?
«Certo, portando il suo contributo e in maniera non dogmatica.
Il Pd sbaglierebbe a non collaborare con Nordio solo perché un disegno di legge viene proposto dalla parte avversa. Quella non è politica, è tifoseria. Spero che il mio partito non faccia delle battaglie ideologiche, ma a favore dei cittadini per migliorare il servizio giustizia».
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