Battisti, il legale «No all'ergastolo solo 30 anni»

Milano Trent'anni di carcere e non l'ergastolo. Cesare Battisti fa la prima mossa da quando è rientrato in Italia e chiede di cancellare la pena della prigione a vita.

Il legale dell'ex terrorista dei Pac, l'avvocato Davide Steccanella, ha depositato l'istanza alla Corte d'assise d'appello di Milano. Battisti era stato arrestato a gennaio in Bolivia dopo decenni di latitanza ed era stato riportato in Italia. È stato condannato a due ergastoli per quattro omicidi commessi alla fine degli anni Settanta. Attraverso il difensore richiede, grazie all'incidente di esecuzione (una procedura tecnica che riguarda l'applicazione della pena), che siano rispettati gli accordi di estradizione stretti tra Italia e Brasile prima della fuga del ricercato in Bolivia e prima della cattura. I patti, sottoscritti dall'ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, prevedevano appunto 30 anni al posto del carcere a vita.

La difesa, da quanto si è saputo, nella sua istanza fa valere il fatto che l'Italia si era impegnata con il Brasile, Paese dove l'ergastolo non è contemplato perché considerato incostituzionale. Per il legale, quell'accordo, che risale all'ottobre 2017, è l'unico titolo valido di estradizione. Tra l'altro, sempre secondo la difesa, Battisti, detenuto dal 14 gennaio nel carcere di Oristano, è stato riportato in Italia con una consegna «brevi manu» della Bolivia, senza rispettare nemmeno la procedura di espulsione. E, ancora a parere della difesa, non ci sono documenti validi attestanti l'estradizione dalla Bolivia all'Italia.

Il sostituto pg Antonio Lamanna, titolare del fascicolo, ha dato parere negativo all'istanza. «Non intendo commentare le istanze che vengono presentate ai giudici - ha spiegato l'avvocato Steccanella - e non intendo trattare questa questione sui media».

CBas-LF

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