"Ero convinto che ci sarebbe stato un matrimonio di interesse perché, per il M5S, non vedevo altra possibilità visto che tra Grillo e Conte non c'è vero amore. Mi sono sbagliato". Ad ammettere l'errore è il filosofo genovese Paolo Becchi che, in questa intervista, ci spiega quale potrebbe essere il futuro dei Cinquestelle.
Cos'è cambiato rispetto a pochi giorni fa?
"Grillo aveva dato mandato a Crimi di indire la votazione per eleggere il comitato direttivo, ma poi c'è stato un passo indietro. Una mossa voluta dai parlamentari del Movimento che ha portato alla creazione di qualcosa che non esiste nel M5S, ossia 'i magnifici 7' mediatori. A questo punto vien da chiedersi se, alla fine, ci sarà davvero questo matrimonio d'interesse".
Lei cosa prevede?
"Io direi che ci sarà qualcosa di peggio: un matrimonio combinato da Fico e Di Maio che stanno cercando di ottenere un compromesso. E questo lo dico col beneficio d'inventario perché, in questa vicenda, vi sono sempre dei continui colpi di scena. Non va dimenticato, poi, che l'artefice di questo possibile accordo è Di Maio il quale non ha mai avuto dei rapporti eccellenti con Conte. Anzi, c'è sempre stata maretta tra i due e quando uno è cresciuto, l'altro è decresciuto e credo che Luigi Di Maio si stia adoperando così tanto perché presumo voglia fare il numero due del nuovo M5S".
Da questa crisi, ci saranno ripercussioni sul governo?
"Penso che Draghi, da tutta questa vicenda, non avrà nulla di cui preoccuparsi perché i parlamentari favorevoli a Conte hanno già concordato che il loro posto non si tocca fino al 2023. Pensano solo alla loro sopravvivenza".
Ma, alla fine, tra Grillo e Conte, chi risulterà il vincitore?
"Guardi, il M5S doveva essere la negazione di questo modo di fare politica perché il Movimento nasce come anti-casta e, invece, ora, non si occupa altro che di queste continue trame e lotte di potere. Qualunque cosa nascerà, non sarà sotto una buona stella. Grillo e Conte sono due deboli che, per andare avanti, sono costretti ad andare insieme. Il primo esce perdente da questa vicenda dal momento che è stato costretto a rimangiarsi tutto ciò che aveva detto. Il secondo non riuscirà ad avere il controllo completo del partito perché sicuramente qualcosa dovrà lasciare. Sarà un compromesso al ribasso, un matrimonio che loro due non vorrebbero fare e combinato da altri. Quanto potrà durare un matrimonio che loro non volevano fare?".
Secondo il sondaggista Nicola Piepoli solo la pace tra le due controparti consentirebbe al M5S di restare intorno al 16%. Lei ci crede?
"Io non credo ai sondaggi, eccetto quelli della Ghisleri. Secondo me, il M5S, dopo tutto quello che è successo, se nel 2023 arriverà al 10% dovrà essere più che felice. Ci riuscirà solo con i voti presi grazie al reddito di cittadinanza e al sistema clientelare che si è costruito al Sud, ma al Nord non avrà un grande consenso".
In definitiva, cosa rimarrà del M5S?
"Il M5S è una grande delusione. Nasceva col tentativo di fare politica in altro senso e finisce col fare la politica dei vecchi partiti nel peggior modo possibile.
Mi chiedo: ma che cacchio di visione ha Grillo? Si rende, forse, conto del modo in cui si stanno comportando? Qui non c'è nessuna visione, c'è solo il teatrino della politica che i Cinquestelle ha sempre contrastato. E, anzi, ora ne sono diventati i protagonisti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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