La Penisola è ormai una discarica per i migranti di tutto il Mediterraneo. L'Unione Europea ci prende in giro affidando la lotta ai trafficanti ad una flottiglia inefficace e inconsistente. La Turchia si fa beffe di noi permettendo che dai suoi porti salpino le bagnarole stracolme di disgraziati dirette verso le nostre coste. E di fronte a tutto ciò l'unica vera emergenza di Matteo Renzi per l'anno in corso è l'introduzione, annunciata in una lettera agli iscritti al Partito Democratico, dello «ius soli», ovvero di una riforma del diritto di cittadinanza capace di attirare nel nostro paese ancor più migranti rispetto ai 170mila dello scorso anno.
Il buonismo masochista del nostro governo è del resto pratica evidente. Prova ne sia la soddisfazione con cui accoglie le parole del commissario all'Immigrazione dell'Unione europea che dopo l'arrivo di due bastimenti con oltre milleduecento migranti ci blandisce con la promessa d'inserire «al top delle priorità» la lotta al traffico di uomini. Le parole del commissario Dimitris Avramopoulos hanno, però, più il tono della presa in giro che dell'impegno serio e circostanziato. Anche perché il signor Avramoupulos arriva da quella Grecia che non solo non ha mosso un dito per soccorrere i carichi umani alla deriva, ma ha fatto di tutto per farli approdare sulle nostre coste anziché sulle proprie. Ma ormai c'è poco da stupirsi. Quell'Unione europea di cui abbiamo per mesi pietito l'aiuto di fronte all'emergenza immigrazione non rappresenta una soluzione, ma una parte, e forse la più consistente, del problema. Il simbolo più evidente della sua devastante inadeguatezza è il rimorchiatore islandese mandato venerdì a trainare la nave Ezadeen nel porto di Corigliano Calabro. Mentre l'Italia ha dispiegato per oltre un anno una missione Mare Nostrum forte di 32 navi, due sottomarini e novecento uomini al costo di 9,5 milioni di euro al mese l'Europa di fronte a una nuova fase dell'emergenza non sa far altro che mandarci quella bagnarola. Una bagnarola a cui Frontex, l'agenzia chiamata a vigilare sui confini della «fortezza Europa», affianca nell'ambito della nuova missione Triton sei navi quattro aerei e un elicottero. Un dispiegamento che - come ammette il direttore di Frontex Gil Arias - «è meno di un terzo di quello Mare Nostrum e il cui obbiettivo sono le operazioni di vigilanza e gestione dei confini non il soccorso». Nell'ammissione è insita una seconda e più grave presa in giro ai nostri danni. Materializzatasi in tutta evidenza nell'ultima settimana, quando è toccato a noi intercettare quelle carrette alla deriva e farci carico dei loro occupanti. Dietro questa totale mancanza di rispetto per il nostro paese non c'è però solo la colpevole l'accondiscendenza con cui il governo Renzi stringe la scarna manina allungataci da Bruxelles. Dietro una penisola trasformata nella discarica di tutti i disgraziati del Mediterraneo c'è, prima di tutto, la totale mancanza di autorità e rilevanza internazionale di Roma e Bruxelles.
Per capirlo basta analizzare le vicende dei mercantili Blue Sky e Ezadeen. Il primo ha comodamente imbarcato il suo carico di 800 rifugiati in un porto turco. L'ultimo scalo dell'Ezadeen è invece Famagosta un porto situato in quella Cipro turca strettamente legata ad Ankara. Secondo i dati delle Capitanerie di Porto, dallo scorso settembre la rotta dalla Turchia è stata utilizzata per 13 viaggi di navi cariche di migranti di origine siriana.
Eppure nonostante le autorità e i servizi segreti turchi abbiano chiuso entrambi gli occhi agevolando implicitamente la partenza di quelle carrette del mare e l'operato dei trafficanti di uomini né il nostro ministero degli esteri, né la commissaria europea Federica Mogherini chiedono spiegazioni ad Ankara. Per la felicità di tutti coloro che ormai considerano le nostre coste come la comoda breccia per l'Italia e l'Europa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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