A fronte del crescente acquisto da parte di banche italiane e spagnole di titoli di Stato, l'Ue rifiuta di ridurre il rischio per l'Eurozona. L'allarme è stato lanciato ieri dall'Handelsblatt in un articolo dal titolo «il rischio Sud Europa» ma è partito da uno studio dell'istituto tedesco Diw sul legame «tossico» tra banche e bond domestici. Il documento dell'istituto berlinese privato, ma finanziato dallo Stato, punta il dito dritto verso l'Italia: il nostro Paese si trova prima in Europa per quantità di Btp in pancia alle banche, pari a 11,5 miliardi, segue la Spagna con poco meno di 10 miliardi, quindi la Francia a 3 miliardi, la Germania con poco più di 2 e la Gran Bretagna con uno. Se i Btp dovessero essere convertiti in capitale, sarebbero un buco enorme, avvertono i tedeschi.
Dimenticandosi i cosiddetti titoli «illiquidi» che non hanno un mercato di riferimento e dunque non hanno un prezzo certo al quale iscriverli in bilancio. E quali sono i Paesi più esposti in Europa a questo rischio «tossico»? Germania e Francia.
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