Berlino fa la voce grossa: Roma rispetti le regole

Il ministero delle Finanze tedesco chiede a Bce e Commissione Ue di tenere la guardia alta

Berlino fa la voce grossa: Roma rispetti le regole

Il ministero delle Finanze tedesco è preoccupato. Teme che il salvataggio statale della terza banca italiana, il Monte dei Paschi di Siena, non rispetti le regole europee.

«La Bce e la Commissione europea devono controllare e assicurarsi che le autorità italiane si attengano alle regole europee», ha detto ieri all'agenzia Reuters il portavoce del ministero guidato dal «falco» Wolfgang Schaeuble. Secondo il portavoce, una ricapitalizzazione statale a livello precauzionale delle banche può essere una soluzione in casi eccezionali e a precise condizioni. Inoltre azionisti e creditori devono essere fra i primi a farsi carico delle perdite. La banca deve essere solvente e i soldi pubblici devono essere usati per coprire le perdite. La Germania dunque teme che Roma utilizzi i 20 miliardi di euro del fondo «salva-risparmi», voluto dal governo per attenuare le perdite di soci e obbligazionisti, in modo improprio e chiede garanzie sulla solvibilità di Mps, condizione essenziale per procedere alla nazionalizzazione che porterebbe il Tesoro oltre il 70% di Rocca Salimbeni.

Il monito rivolto da Berlino a Roma, insomma è chiaro: «Queste regole non devono essere aggirate». Da parte sua il governo italiano, tramite il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha assicurato che lo stanziamento di 20 miliardi di euro per il fondo salva-banche non farà saltare i parametri sui conti pubblici negoziati con l'Ue.

«La procedura che ha portato all'intervento pubblico è stata seguita passo passo dalla Commissione. L'intervento principale è considerato fuori dal Patto di Stabilità. Ci saranno maggiori interessi, ma è una cifra contenuta. Oltretutto è una tantum che non pesa sulla dinamica del deficit strutturale», ha spiegato il ministro in un'intervista. Ricordando anche che l'Italia interviene in una banca, mentre altri Paesi, in epoche precedenti, sono intervenuti sull'intero sistema. «Lo abbiamo fatto dopo esserci rivolti al mercato e perché si trattava del terzo istituto del Paese: non potevamo esporre clienti e risparmiatori al rischio di una risoluzione. Alla fine siamo stati quelli che più hanno aderito alla sostanza delle regole europee», ha osservato, convinto che non ci sia nessuna anomalia nell'intervento sul Monte dei Paschi.

Sempre ieri, intanto, il segretario generale di First Cisl, Giulio Romani, parla di «diversa severità» mostrata dalla Bce verso Mps e Deutsche Bank, cui la Vigilanza unica europea ha peraltro alleggerito i requisiti di capitale.

«Negli anni - afferma il sindacalista - le banche tedesche, e non solo, sono state finanziate dallo Stato a piene mani», mentre in Italia quello attuale «è il primo intervento pubblico dentro le banche e si cerca di vanificarlo».

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