"Con noi al governo ogni alzata di sopracciglio delle agenzie di rating provocava terremoti politici e feroci campagne di stampa", ma "non considero le agenzie di rating come il vangelo". Silvio Berlusconi parla così, in un'intervista ad Affari Italiani, del recente downgrade deciso da Standard&Poor's, un giudizio che era già stato "sospeso in attesa di vedere all'opera il governo".
L'ex premier non è però stupito dal giudizio arrivato dall'agenzia, perché "le riforme promesse, in campo economico, in concreto realizzano poco o nulla" e anche all'interno dello stesso Partito Democratico "esiste una forte componente contraria ad ogni effettiva modernizzazione".
Berlusconi è convinto che il tetto del 3% sia "un parametro deciso in un'epoca diversa, nella quale la crisi" non era immaginabile, ma anche che sforarlo "sarebbe inutile e pericoloso". E ribadisce l'intenzione di depositare in Parlamento "una proposta di riforma complessiva del nostro sistema di prelievo, introducendo la Flat Tax".
Il futuro della moneta unica preoccupa l'ex premier che vede come "prospettiva realistica" l'implosione.
L'euro però "potrebbe salvarsi", se la Bce iniziasse a fare da "prestatore di ultima istanza", se "immettesse liquidità nelle situazioni di crisi", se "operasse per svalutare l'euro fino a riportarlo alla parità con il dollaro".La proposta di Berlusconi? La "doppia circolazione monetaria", perché l'alternativa "è il fallimento dell'euro, come conseguenza della miopia della classe dirigente europea".
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