Bielorussia, oppositore ucciso in casa sua. Georgia, arrestato l'ex presidente Saakashvili

A Mosca arrestato il capogruppo dei comunisti al consiglio comunale

Bielorussia, oppositore ucciso in casa sua. Georgia, arrestato l'ex presidente Saakashvili

Criticare le autorità può costare molto caro in Bielorussia, ma anche in Russia e in Georgia non si scherza. Tre episodi accaduti tra martedì e ieri descrivono bene il clima. Il primo ha fatto seguito a una sparatoria con due morti nella capitale bielorussa Minsk, dove da 14 mesi ormai è in atto una spietata repressione nei confronti di chi (e inizialmente erano centinaia di migliaia di persone ogni fine settimana) ha osato contestare i risultati delle elezioni presidenziali del 9 agosto 2020. Il Kgb così ancora si chiamano i servizi segreti in questa Repubblica post sovietica ha sempre gioco facile nell'usare la violenza contro manifestanti inermi, ma martedì notte è accaduto qualcosa di insolito: l'oppositore che doveva essere arrestato in casa sua era armato di fucile e quando gli uomini delle forze speciali hanno fatto irruzione ha aperto il fuoco, uccidendo un agente. Nella sparatoria che ne è seguita l'uomo, che si chiamava Andrei Zeltser, è rimasto a sua volta ucciso.

Zeltser era dipendente di una società informatica fondata da bielorussi negli Stati Uniti, che dava lavoro a persone rimaste disoccupate per aver partecipato alle proteste contro il dittatore Aleksandr Lukashenko. In un primo tempo era stato affermato che l'uomo avesse anche passaporto americano, ma mancano conferme. Un video della sparatoria, che sembra ritoccato, mostra l'uccisione dell'agente del Kgb, ma non si vede Zeltser sparare. In seguito a questo fatto di sangue, sui social in Bielorussia sono dilagati commenti indignati contro il regime, che parla di «un criminale particolarmente pericoloso coinvolto in attività terroristiche»: una retata condotta a Minsk e nelle principali città del Paese ha portato secondo l'organizzazione per i diritti umani Viasna all'arresto di circa cento persone, che rischiano condanne fino a 12 anni per «insulti a personalità di governo e incitamento all'odio». Il viceministro dell'Interno ha minacciato la carcerazione di massa per tutti i commentatori dell'episodio.

Nel frattempo anche a Mosca prosegue la repressione verso chi ha protestato contro i brogli nelle recenti elezioni politiche. Ieri è stato il turno del capogruppo dei comunisti al consiglio comunale di Mosca, arrestato senza motivazioni insieme a un funzionario all'uscita del comitato cittadino del loro partito, che respinge come truccati i risultati ufficiali del voto che ha visto il trionfo dei putiniani. Nei giorni scorsi, nuove accuse erano state rese note contro il leader dell'opposizione russa Aleksei Navalny, che è già in carcere e rischia ora di rimanervi fino al 2030.

Dalla Georgia, infine, giunge notizia dell'arresto

dell'ex presidente Mikhail Saakashvili. Dopo otto anni di esilio in Ucraina, era rimpatriato per sostenere l'opposizione pur essendo ricercato per «abuso di ufficio», accusa che Saakashvili respinge come politicamente motivata.

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