Il M5s è tornato ai giorni tra la fine di giugno e l'inizio di luglio del 2021. Quando Beppe Grillo, in rotta con Giuseppe Conte, aveva indetto una votazione su Rousseau per il Comitato Direttivo, l'organo collegiale approvato dagli iscritti a febbraio dell'anno scorso. Tra i parlamentari che auspicavano una risoluzione rapida della questione attraverso un voto sulla piattaforma di Davide Casaleggio c'era Federica Dieni, deputata pentastellata e vicepresidente del Copasir. «Bene l'avvio del procedimento per la votazione, ma si deve votare su Rousseau per evitare possibili ricorsi e annullamenti», diceva Dieni alle agenzie il 1 luglio. Poi è arrivato il ricorso e adesso è scoppiata la bomba dell'annullamento dello Statuto che ha incoronato Conte alla guida dei Cinque Stelle.
Onorevole Dieni, possiamo dire che lei l'aveva detto?
«Sì anche da avvocato l'avevo detto, perché conoscendo lo Statuto prevedevo che ci fossero dei ricorsi, come ci sono sempre stati nella storia del Movimento, immaginavo che il procedimento dovesse essere fatto seguendo il vecchio Statuto, inevitabilmente potevano esserci problemi con il passaggio alla nuova piattaforma. Io in quel momento volevo solo evitare che si venisse a creare una situazione destabilizzante come quella in cui ci troviamo ora».
All'epoca era stata attaccata?
«Guardi, io sono dispiaciuta perché avevo detto una cosa nell'interesse del Movimento, non per favorire qualcuno. Infatti purtroppo la decisione del Tribunale di Napoli non soltanto sospende le cariche attuali, ma va a incidere sulla votazione del nuovo Statuto, dove era prevista la figura del presidente, approvato dagli iscritti su SkyVote il 3 agosto. Adesso bisognerà rifare tutto, perché il provvedimento del Tribunale di Napoli rende nulle tutte le decisioni e le votazioni che abbiamo fatto da quando è stato modificato lo Statuto».
Si può cambiare lo Statuto di nuovo seguendo tutte le prescrizioni?
«Credo sia difficile farlo in tempi brevi, ho paura che si perda troppo tempo e chissà quanti attivisti non capirebbero e voterebbero contro oppure non parteciperebbero proprio alla votazione».
Allora che si dovrebbe fare?
«Non possiamo perdere tempo in un momento in cui il Movimento è già in difficoltà e con le elezioni amministrative previste tra qualche mese. Mi auguro che si proceda alla votazione del Comitato direttivo e si prenda atto del pronunciamento del tribunale. Dobbiamo subito porre rimedio ed evitare di stare troppo dietro a ricorsi e carte bollate. Spero che ci sia anche una presa d'atto da parte di chi ha gestito la fase delle modifiche allo Statuto, che poi è stato impugnato. Fatto sta che in questo caos l'unico punto fermo è sempre Beppe Grillo, che rimane il nostro Garante anche dopo questa ordinanza».
La decisione del Tribunale di Napoli arriva in un momento delicato dal punto di vista politico, che succederà ora?
«La sospensione dello Statuto ci crea un sacco di problemi, è un fatto che scombussola tutto il percorso del nostro Movimento, è una decisione che spiazza, che ci destabilizza. E tutto questo accade proprio mentre ci preparavamo a un importante e difficile confronto interno dopo l'elezione del presidente della Repubblica».
Quindi è tutto congelato?
«No, non si può più rinviare un momento di discussione allargato a tutta la nostra comunità. A livello politico c'è la necessità di un grande confronto tra i parlamentari, gli iscritti e gli attivisti.
Possiamo chiamarlo congresso o con un altro termine, ma, soprattutto dopo quello che è accaduto oggi (ieri, ndr) con la sospensione dello Statuto, non è più rinviabile una grande riflessione al nostro interno per fare il punto politico della situazione e ripartire subito. Le ripeto, non possiamo più perdere tempo».
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