Il bivio di Renzi sul Colle: o Napoleone o Wellington

I nemici di Renzi, a cominciare da quelli interni del Pd, faranno di tutto affinché faccia la fine di Napoleone, perché sanno bene che se dovesse conquistare anche il Quirinale, nessuno poi potrebbe più fermarlo

Il bivio di Renzi sul Colle: o Napoleone o Wellington

Il Colle è una Waterloo, bisogna vedere se Renzi è Napoleone o Wellington. Se le cose non andranno come lui immagina non sarebbe una battuta d'arresto, ma una disfatta. Persa questa battaglia, probabilmente perderebbe pure la guerra. I suoi nemici, a cominciare da quelli interni del Pd, faranno di tutto affinché faccia la fine di Napoleone, perché sanno bene che se dovesse conquistare anche il Quirinale, nessuno poi potrebbe più fermarlo. Il premier non è mai stato così forte. Le riforme più importanti stanno andando in porto, il patto del Nazareno più o meno regge, la minoranza del Pd si agita senza trovare veri sbocchi e perfino dall'Europa arriva, con le parole di Jyrki Katainen, vicepresidente della commissione Ue, una non bocciatura sui vincoli economici. Renzi d'altra parte fa dell'ottimismo la sua strategia di vita e se qualcuno gli chiede quanto pensa di restare a Palazzo Chigi lui dice «fino a fine legislatura», senza interruzioni. Eppure le dimissioni di Napolitano sono il suo tallone d'Achille. Vero, serio, letale. Tutto quello che con tenacia e furbizia ha guadagnato fino ad ora potrebbe svanire in un attimo.

Se funziona il suo schema di gioco, che come chiave ha il patto del Nazareno, Renzi si stabilizza e potrebbe in futuro chiudere questa fase di transizione, costruire un ponte che porta verso un nuovo equilibrio politico e istituzionale. L'appuntamento, come si dice spesso, è alla quarta votazione. È lì che si trova l'equilibrio perfetto dei piani di Renzi. Poi, più si va avanti, più salgono le incognite. A quel punto con sgambetti vari dal campo minato dei grandi elettori potrebbe spuntare fuori un presidente anti renziano. Matteo si troverebbe di fronte la sua nemesi, e tutti i suoi avversari troverebbero nel successore di Napolitano un punto di riferimento e un leader.

Lo stesso rischio ci sarebbe se alle prime tre votazioni emergesse con forza il nome di un Prodi o di qualcuno di simile che Renzi non può apertamente stoppare. È chiaro che anche in caso di sconfitta, Matteo cercherà di mettere il cappello sul nuovo presidente, ma l'Italia e il mondo saprebbero che la sua stella è tramontata.

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