Boccia a Conte: "Marciare divisi per colpire uniti"

Il delegato di Letta svela quella che potrebbe essere la vera strategia del Pd

Boccia a Conte: "Marciare divisi per colpire uniti"
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Dopo le prime due serate che hanno visto protagonisti Giorgia Meloni e Matteo Salvini, l’ultima tappa della kermesse organizzata a Ceglie Messapica (Brindisi) da Comin & Partners per l'assoziazione La Piazza, ha incrociato Giuseppe Conte con i cosiddetti "vedovi" del campo largo: Francesco Boccia e Michele Emiliano.

Boccia era lì in rappresentanza di Letta e di tutto il Pd, come ha detto in apertura.

E la sua dichiarazione a Conte è stata chiarisima: “Dobbiamo marciare divisi per colpire uniti”. Questa la strategia del Pd, espressa inequivocabilmente dalla segreteria nazionale di cui Boccia fa parte.

E se Conte, in collegamento video causa mal di schiena, si appella al termovalorizzatore di Roma voluto dal Pd contro i grillini, come casus belli che ha fatto rompere l’alleanza, e per questo accusa i dem di essere “finti Green”, Boccia rivendica ancora “la battaglia che insieme proprio qui in Puglia con Emiliano abbiamo fatto contro le trivelle in Adriatico. Quelle che oggi avrebbero consentito al Paese di liberarci dalla dipendenza dal gas russo estraendo il nostro come in Basilicata.

Ad aumentare la dose il governatore della Puglia, regione in cui Pd e 5 stelle governano ancora insieme. Alleanza regionale che non è in bilico, a differenza di quella siciliana appena rotta, perché secondo Conte “gli impegni che ha preso con i cittadini li mantiene quindi la colazione in Puglia continua”. Peccato che i 5 stelle in Puglia si candidarono contro Emiliano, e non a favore. Come dimostra anche la presenza di Antonella Laricchia, candidata presidente 5 stelle nel 2018, tra i banchi dell’opposizione.

Emiliano ricorda di essere stato il primo fautore del campo largo: “Io ho preso botte da Renzi e Calenda quando lo proponevo, poi tutti e due ora si sono ritrovati alla fermata dell’autobus”.

Sul motivo della rottura dell'alleanza Emiliano dice: “Ho trovato la reazione del Pd troppo istintiva e rapida. Io ora vivo una fortissima depressione: se fossimo andati insieme avremmo vinto tutti i collegi della Puglia, come pure in Campania e tutto il Sud. Al Nord no, perché il Nord non ha mai capito i 5 stelle. Ma comunque andrà - dice Emiliano - la mia amministrazione sarà vincitrice, perché io mi conto sui voti sommati di Pd, 5 stelle e altri”. E chissà se con questi “altri” fa riferimento al terzo polo di Renzi e Calenda, dove Emiliano ha candidato il suo fedelissimo Massimo Cassano, capolista a Bari per Azione, e grazie a Emiliano capo dell’Agenzia dei navigator regionali.

Ho chiesto al popolo italiano di fare un miracolo - dice il Governatore -, impedire una maggioranza che cambi la Costituzione senza farvi votare i referendum. Anche Berlusconi è preoccupato che Meloni possa farlo. La Puglia si candida a essere non dico la Stalingrado ma la garanzia della democrazia italiana qualunque cosa accada. Questa Regione ha la forza di difendere tutta l’Italia”.

Conte gli risponde che Draghi ha deciso lui di abbandonare il Governo, e che il movimento 5 stelle non può ricucire con il

Pd se questo “pensa di buttare a mare un governo veramente progressista come il Conte bis, per inseguire il metodo Draghi che è il metodo dello stallo”.

Ma Boccia insiste: "Marciare divisi per colpire uniti".

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