Dalla Boldrini renziana ai vendoliani «a disagio» Quelli che si ricollocano

La presidente della Camera ora loda il premier, Stefàno pronto a mollare Sel per i dem. E persino l'alfaniana Dorina Bianchi apre sulle unioni civili

Dalla Boldrini renziana ai vendoliani «a disagio» Quelli che si ricollocano

I maligni la chiamano «trottolina amorosa». Di lei si dice anche che abbia nel guardaroba tailleur e accessori in tinta per ogni poltrona. Cattiverie. Pare trattarsi, piuttosto, di antichissime capacità tra l'intuito e la pratica, tra l'umano e lo spirituale, tra l' origami e lo shibari , l'arte del legaccio alla giapponese. Se non fosse che Dorina Bianchi, sublime interprete del genere, i nodi riesce subito a scioglierli, dopo averli sperimentati. Noi occidentali volgarmente diremmo: riposizionamento. È accaduto più volte, negli ultimi tre lustri. Neuro-radiologo di Pisa, riuscì nel 2001 a farsi candidare dal Ccd a Crotone. L'anno dopo con Buttiglione nell'Udc, due più tardi con Rutelli a sfogliare la Margherita, per confluire religiosamente nel Pd prodiano il biennio successivo. Nel 2009, complice l'inatteso inciampo di Prodi, eccola con Casini. Ma il Predellino berlusconiano la lega al Popolo delle libertà finché non c'è, nel 2013, una ricaduta nel vizietto , dovuta a un saldo legame con il pio Angelino (Alfano). Deputata di Ncd, eccola fare uno sgambetto in commissione all'aretina ministro Boschi, ma solo per rafforzare i vincoli della profonda nascente amicizia con la medesima. Da mesi in attesa di ministero, eppure già sulla soglia del «cerchio magico», l'altra sera alla festa dell'Unità ha rotto il fronte Ncd sulle unioni civili, dichiarandosi possibilista. Spiraglio a buon intenditor, affinché mantenga almeno una promessa (quella per sé, ministeriale). In alternativa, con l'odore di elezioni che si respira, un posto in lista non glielo leva nessuno.

Ma sul «riposizionamento» in casa Ncd il dibattito s'è fatto comunque serio, perché la spinta propulsiva di Angelino pare essersi, come dire, affievolita (il quid già mancava). Se la De Girolamo ha rotto le acque per ricostruire il centrodestra, altri mantengono un po' di puzza sotto il naso causa probabili interferenze leghiste. Non dovrebbe essere il caso di Schifani, ma dei seguaci di Cicchitto sì. Alfiere tra essi, Sergio Pizzolante, che già lancia l'idea di aiutare Renzi a creare il partito della Nazione, così da ricacciare i bersaniani a sinistra, i leghisti a destra, i grillini al cabaret .

La questione del come «prendere posizione», tra Renzi monopolista del centro e Grillo- Salvini sulle ali, è altrettanto seria per Sinistra e libertà. Il partito andrà verso l'autorottamazione tra ottobre e novembre. Ma del «modello nuovo», se non interverranno elezioni anticipate, è difficile scorgere design, autista e performance . Anche la spinta propulsiva di Vendola è ai minimi; quella di Civati e Fassina mai pervenuta; quella di Landini un rebus. Per cui i più astuti si sono già provvisti di lance di salvataggio sull'esempio di Gennaro Schettino Migliore, ormai uno dei più fedeli pretoriani di Renzi e probabile candidato anti-De Magistris a Napoli. Scalpita per abbandonare la nave il senatore Dario Stefàno, che avverte il «profondo disagio di stare con Sel se smarrisce la rotta del centrosinistra». Il che significa, per ora, che è pronto a votare per la riforma costituzionale, poi si vedrà. E mentre Renzi ha sempre corteggiato il giovane sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, considerandolo un proprio clone sfuggito chissà come dal laboratorio, pare aprirsi nuova stagione di rapporti con la presidenta della Camera, Laura Boldrini.

Mercè le politiche sull'immigrazione, Ella ha cominciato a sviolinarsi il premier; se son rose fioriranno. Il fatto certo è che la Boldrini, arcistufa degli ammezzati di Vendola, cerca una nuova posizione panoramica, una casa vera. Superattico vista Quirinale, ça va sans dire.

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