I problemi legati alla «movida» o meglio alla «malamovida» come la definiscono comitati e residenti delle zone più calde della città, tornano a tenere banco a Bologna, come ai tempi del sindaco «sceriffo» Sergio Cofferati.
Sul banco degli imputati finiscono le forze dell'ordine che, secondo quanto denunciato da alcuni consiglieri comunali di Coalizione Civica e del Pd, nonché da Mattia Santori, Sardina eletta nelle file dei dem e delegato del sindaco alle Politiche Giovanili «da alcuni giorni identificano giovani e adolescenti tramite fotosegnalamento». La scena si è ripetuta nell'ultimo fine settimana in diversi luoghi, sottolineano i consiglieri sui social e «in tanti hanno testimoniato di essere stati avvicinati da polizia e carabinieri e di essere stati fotografati con in mano il documento di identità, sotto minaccia di essere scortati in Questura. Identificare non è la strada: basta alle schedature indiscriminate dei giovani». Un intervento duro contro gli agenti, nonostante il sindaco Matteo Lepore ne abbia lodato l'operato nei giorni scorsi, distinguendo però la gestione della movida dagli interventi legati alla risse tra giovani, che nelle ultime settimane sono state diverse.
«Le identificazioni sono state eseguite senza alcuna motivazione apparente - riferiscono i consiglieri - un trattamento ancora più grave se pensiamo a quanto hanno vissuto ragazze e ragazzi, i quali a fatica stanno riconquistando spazi dopo due anni durissimi di isolamento. Come consiglieri non possiamo che essere preoccupati di fronte a questa strategia che rischia di criminalizzare indiscriminatamente una intera fascia di età».
Queste parole hanno fatto scattare subito la reazione della Polizia. Il questore Isabella Fusiello li ha convocati per un incontro di chiarimento spiegando che si tratta di procedure di identificazioni di prassi, che rientrano in attività preventive e non repressive e che, in sostanza, sono da equiparare ai controlli che vengono fatti agli automobilisti sulle strade. «Ringraziamo il questore Fusiello per averci fornito tutte le spiegazioni - ha commentato Santori - c'è stata una condivisione di quello che sta avvenendo e delle motivazioni per le quali le forze dell'ordine stanno facendo questa operazione e, da intermediari politici, ci siamo messi a disposizione per dare una mano». Nel frattempo continuano le occupazioni, altra fonte di «preoccupazione».
Tre studenti minorenni del liceo Copernico hanno denunciato a Radio Città Fujiko di essere rimasti per diverse ore chiusi nell'ufficio di presidenza, con la dirigente scolastica e 5 agenti in borghese durante l'occupazione della scuola lo scorso gennaio. I ragazzi hanno descritto alla radio un clima teso, con gli agenti che avrebbero urlato e sbattuto i pugni sul tavolo.
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