Un sacerdote bruciato vivo in Nigeria, 17 fedeli fatti saltare in aria in Congo, villaggi sotto attacco dello Stato islamico nel Nord del Mozambico. I cristiani sono sotto tiro, soprattutto in Africa. «Oltre 7.600 cristiani nigeriani sarebbero stati assassinati tra gennaio 2021 e giugno 2022» lancia l'allarme la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs). Ieri è sceso in campo il ministro degli Esteri e vice premier, Antonio Tajani, denunciando «l'attacco codardo e disumano» in Nigeria. Nella notte fra sabato e domenica i terroristi islamici hanno assaltato la residenza parrocchiale della chiesa dei Santi Pietro e Paolo, a Kafin-Koro, nella regione di Paikoro. Le forze di sicurezza sono intervenute, ma gli aggressori, prima di ritirarsi, hanno incendiato la casa dove c'erano due preti. Il più anziano, padre Isaac Achi, è stato bruciato vivo. Il suo assistente, Colins Omeh, è gravemente ferito. Il responsabile delle relazioni pubbliche della polizia, Wasiu Abiodun, ha dichiarato che «i banditi volevano entrare nella residenza, ma non ci sono riusciti e hanno dato fuoco alla casa. Il padre è morto carbonizzato».
Per Tajani è «un attacco efferato e vile. Colpire luoghi di culto, simboli religiosi e le persone che in essi credono, significa violare uno dei principali e fondamentali diritti dell'uomo, quello di professare liberamente la propria fede». Il vicepremier ha annunciato che nominerà un inviato speciale per i cristiani perseguitati nel mondo.
«Nessuno presta attenzione al genocidio» nella regione centrale della Nigeria, ha denunciato il vescovo di Ondo, Jude A. Arogundade. Lo scorso giugno è sopravvissuto per miracolo al massacro nella sua chiesa, che ha provocato 40 morti. «Il mondo tace mentre gli attacchi alle chiese, al loro personale e alle istituzioni sono diventati routine - sottolinea Arogundade nel rapporto di Acs sulla persecuzione dei cristiani nel mondo - Quanti cadaveri sono necessari per attirare l'attenzione?».
Ieri è esploso un ordigno in una chiesa di Kasindi, nella provincia congolese del Nord Kivu, travolta da anni di guerra e banditismo. In serata, secondo Site, il ramo africano dell'Isis, chiamato Iscap, ha rivendicato l'attacco in una zona in cui è forte l'influenza anche dei ribelli islamici ugandesi delle Forze democratiche alleate.
La bomba ha provocato 17 morti e 32 feriti in una chiesa pentecostale. Le autorità, pur fornendo inizialmente informazioni confuse, hanno subito parlato di «atto terroristico». Papa Francesco visiterà la Repubblica Democratica del Congo e il Sud Sudan dal 31 gennaio. La tappa a Goma, capoluogo del Nord Kivu, dove aveva trovato la morte il nostro ambasciatore, Luca Attanasio, è stata cancellata per motivi di sicurezza.
Dal 30 dicembre è di nuovo nel marasma il Nord del Mozambico funestato dagli attacchi dello Stato islamico a due villaggi cristiani con decapitazioni dei capi cristiani delle milizie di autodifesa. La piovra jihadista ha già provocato 4mila morti e 800mila sfollati. Lo scorso settembre era stata uccisa nell'area la missionaria italiana, Maria De Coppi. Oltre 100 sacerdoti e religiose sono stati rapiti, arrestati o uccisi nel 2022. Una dozzina assassinati e di 42 sequestrati, in diversi Paesi, 36 sono tornati liberi. Non solo: 32 ecclesiastici hanno subito il carcere come mezzo di minaccia e coercizione.
L'ultimo «martire» cristiano era stato un sacerdote del Burkina Faso trucidato il 2
gennaio. Il presidente della Conferenza episcopale, Laurent Debiré, ha rivelato che «il 50% del paese è occupato e controllato» dalle falangi del terrore islamico, che mirano «a imporre l'islam, anche con l'uso del terrorismo».
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