L'asse Salvini-Bonaccini preoccupa il segretario del Pd Nicola Zingaretti. Ma non è l'unico tormento per il leader dem. Al Nazareno non si spegne il caso donne. Dopo la polemica per la scarsa rappresentanza femminile nella compagine del governo Draghi, il fronte rosa chiede la poltrona di vicesegretario. Sono due i nomi che circolano: Cecilia D'Elia, portavoce della conferenza donne dem, e la parlamentare Debora Serracchiani. Ma in pista ci sarebbero anche Roberta Pinotti e Marianna Madia. Oggi la direzione nazionale del Pd dovrebbe dare l'ok alla nomina di un secondo vice (oltre Andrea Orlando): nomina che sarà ufficializzata all'assemblea nazionale indetta per il 13 e 14 marzo. Orlando dovrebbe restare vice anche perché in caso di candidatura del segretario Zingaretti a sindaco di Roma sarà il ministro del Lavoro a guidare il partito. L'assemblea nazionale dovrebbe aprire anche la fase precongressuale. A invocare un nuovo congresso è Luca Lotti, ex braccio destro di Matteo Renzi: «Non possiamo fare finta che in questi tre anni non sia successo nulla di politicamente rilevante nel Paese e nel Pd. Come Base riformista lo abbiamo detto con grande chiarezza: appena la pandemia lo consentirà facciamo partire la fase congressuale. Non per una resa dei conti, ma per dare nuova linfa al Pd. Non per stabilire le alleanze future, ma per ritrovare l'identità originaria del Pd. E nemmeno per parlare delle liste del 2018 e del tasso di renzismo. Anzi, me lo lasci dire: anche basta con le caricature sciocche», suggerisce in un'intervista a La Nazione. Ma Zingaretti è tormentato anche dal clima di guerra perenne con l'alleato Matteo Salvini. Con il leader della Lega lo scontro è quasi quotidiano. Lo stesso Salvini, però, trova un alleato al Nazareno: il governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Un asse aperturista sulla gestione dell'emergenza coronavirus. Proprio quel Bonaccini che punta a strappare la guida del partito a Zingaretti. Con il governatore dell'Emilia si stanno schierando gradualmente tutti gli ex renziani. La corrente Base riformista, che fa capo a Graziano Delrio e Lorenzo Guerini, punta sul presidente dell'Emilia Romagna per riprendersi la leadership dei dem. Si stanno spostando nel fronte anti-Zingaretti i sindaci dem: da Beppe Sala a Giorgio Gori. «Va ascoltato il grido di dolore dei sindaci che devono contare di più nel Pd.
Però basta con lo stillicidio quotidiano di attacchi al segretario Zingaretti, perché indebolisce tutti» dice in un'intervista a La Repubblica Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, presidente di Ali, l'associazione delle autonomie locali, appena nominato coordinatore dei sindaci del Pd.
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