Boom di adesioni per i reportage sui cristiani

Grazie all'aiuto dei lettori denunceremo le persecuzioni dall'Irak alla Nigeria: SOSTIENI

Boom di adesioni per i reportage sui cristiani

Sono un fiume in piena. Un incredibile afflato di solidarietà e disponibilità in tempi di ristrettezze economiche e aridità umana. Ma sono soprattutto la vera anima di questo Giornale . Quella che sentiamo al nostro fianco da oltre vent'anni. Sono l'anima dei nostri lettori. Quelli a cui ci rivolgiamo quando sgomitiamo per raccontar le disgrazie del mondo. Quando c'infiliamo in quei buchi neri da dove la gente normale si sforza di fuggire. Mai come oggi, mai come stavolta, i lettori del Giornale dimostrano di essere lo spirito intorno a cui s'intesse il racconto di un foglio fuori dal coro, fuori dal conformismo. Tutto inizia lo scorso aprile. Allora, nessuno parla ancora di Califfato, Stato Islamico e cristiani iracheni. Eppure Andrea Pontini, amministratore delegato del Giornale.it e demiurgo silenzioso di questa iniziativa ci propone, d'intesa con il direttore Alessandro Sallusti, di lanciare una raccolta di fondi per raccontare in profondità e da vicino la tragedia dei cristiani perseguitati ai quattro angoli del mondo. La missione è nelle nostre corde, ma avviare un progetto capace di spaziare da Irak a Siria dal Pakistan alla Nigeria contando solo sulla generosità dei lettori e coordinando, oltre a noi, una piccola squadra di professionisti provenienti da altre esperienze non è impresa facile. E soprattutto richiede fondi consistenti. Poi, come succede spesso in questo lavoro, la realtà ci è venuta incontro. Tra giugno e luglio - proprio mentre incominciamo a mettere a punto l'iniziativa - il mondo scopre il dramma dei cristiani iracheni uccisi, torturati, costretti ad abbandonare i villaggi e i quartieri di Mosul dove da secoli convivevano con le popolazioni musulmane. E poi arrivano anche l'orribile assassinio dei nostri colleghi James Foley e Steven Sotloff decapitati soltanto per aver cercato di raccontare la tragedia siriana. Eppure nonostante tutto questo non ci saremmo mai aspettati una simile risposta, una simile solidarietà. E non lo diciamo soltanto guardando alla disponibilità di chi mette sul tavolo mille euro o più per sostenere la nostra iniziativa. La nostra stupefatta, ammirata riconoscenza va anche a chi, in questi tempi grami, mette le mani in tasca per regalarci un solo, ma per lui prezioso, euro. O a chi, come Maria, ci scrive: «Siete bravi, non posso aiutarvi quanto vorrei la crisi colpisce tutti». O come quel Giovanni «fieramente cattolico» che si scusa per non potere contribuire alla raccolta fondi, ma ci incoraggia «a sostenere i cristiani e le persone di buona volontà nei paesi afflitti da terrorismo islamico». E poi ci sono i contributi assolutamente sbalorditivi. Alessandra mette sul tavolo mille euro, ma non chiede neanche di essere citata perché «mi basterà leggere i vostri resoconti». Edoardo, azionista pure lui da un migliaio di euro, chiede soltanto la possibilità di conoscerci. Davide, giovanissimo imprenditore lombardo al nostro fianco da mesi, anche stavolta non ci fa mancare il suo generoso contributo. Ma lo ripetiamo, non è questione di soldi. La magia, il sortilegio, l'inspiegabile è l'esistenza di una comunità di lettori stretta da quarant'anni intorno al Giornale , ma ancora capace di entusiasmarsi, di emozionarsi, di mobilitarsi per una causa o per un principio. Quale altro quotidiano può vantare un simile patrimonio? Chi tra quanti come noi esce in edicola o affolla il web può permettersi lettori come questi? Prendete Itala. «Ho inviato il mio contributo e mi è costato - scrive - di questi tempi tutto conta...ma non raccontare la verità sarebbe condannare i cristiani perseguitati una seconda volta». O come Serafino entusiasta di aiutare chi «ha colto il vero e tragico momento esistenziale dei nostri fratelli cristiani che , al pari dei fedeli di altre religioni, devono poter godere del diritto universale di aderire e vivere la propria fede». Fabio, invece, trova «straordinari» i nostri sforzi per raccontare e descrivere una «realtà che se non è vista da vicino è quasi sempre mistificata». Ma ci emoziona anche l'entusiasmo di chi come Giuseppe si dice «contento di sapere che ci sia ancora qualcuno al di fuori del coro» e si accontenta di ricevere in cambio della propria donazione «solo ed esclusivamente i vostri resoconti». E che dire dell'«orgoglio cristiano» di chi come Fabrizio confessa che «partecipare all'iniziativa equivale alla partecipazione a una crociata».

Per non parlare dell'attivismo di Pietro che mobilita Lodovico, Angela, Igor, Sara, Agnese e tutti i suoi «familiari per poter partecipare, anche in minima parte, all'associazione per la promozione del giornalismo». Grazie. Grazie perché da sempre siete anche la nostra famiglia.

www.gliocchidellaguerra.it

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