È lui l'uomo di Musk qui in Italia. Andrea Stroppa (foto), 30 anni, romano, informatico di prim'ordine. E naturalmente da ieri mattina, quando si è diffusa la notizia delle trattative del governo italiano con Elon Musk per entrare nel sistema satellitare Starlink, è lui che tutti cercano. Andrea si nasconde, dice qualcosa, parla sui social. E cerca di spiegare che non c'è nessun rischio in un possibile accordo dell'Italia con Space X, la potentissima società di Musk, per la gestione della rete satellitare.
Stroppa è in contatto continuo con Musk. Non solo oggi. Tutti i giorni si sentono, discutono, si consultano. Lui ha un ruolo molto importante nella corazzata del Tycoon, perché Musk tiene parecchio all'Europa e vede nell'Italia l'anello forte che gli può consentire l'allargamento della sua impresa. Parliamoci chiaro: l'Italia, per Musk - Stroppa lo sa benissimo - ha un nome e un cognome: Giorgia Meloni.
Complicata la giornata di Andrea. Da una parte le smentite di Palazzo Chigi, («nessun accordo, stiamo solo parlando») dall'altra parte la necessità di spiegare, anche ai giornalisti, che l'accordo non sarebbe un salto nel buio. Perché? Alle tredici di ieri in un lungo post su X, Stroppa spiega: «Intanto perché è molto vantaggioso sul piano economico». Un miliardo e mezzo? I critici dicono: non potevamo darli alla sanità? Stroppa risponde: «Un sistema come quello che offre Musk è praticamente impossibile crearlo in meno di otto o dieci anni. Il costo sarebbe decisamente superiore ai 10 miliardi. E i satelliti che potrebbero sostenerlo sarebbero meno di 300 contro i 7.000 che già sono operativi in Star Link. Conviene o no?».
Servono spiegazioni più precise. Soprattutto sul problema della sicurezza e della riservatezza. «La sicurezza di questo sistema è assoluta. È il sistema più sicuro che esista al mondo. Nessuna possibilità di interferenze. Pirati impossibilitati a intrufolarsi. Questo è il pregio più grande del sistema: garantisce assoluta sicurezza, e risolve il problema degli hackeraggi».
Resta il problema della riservatezza. Ma Stroppa assicura che la riservatezza è assoluta: la proprietà delle informazioni che circolano resterà saldamente nelle mani di chi le diffonde e di chi le riceve. «Starlink non avrà nessuna possibilità di intromettersi» scrive.
Passano le ore, ma le critiche non si attenuano. Nel tardo pomeriggio però arriva una notizia che gli sembra la migliore della giornata. Brando Benifei, giovane parlamentare europeo del Pd tra i più influenti (è il capo delegazione del partito in Europa) scrive un post incoraggiante, nel quale riconosce che la gran parte delle spiegazioni fornite da Stroppa sono attendibili e fondate. Però - dice - il problema è politico. E cioè? Il problema è Musk.
Scrive Benifei: «Possiamo far gestire questo tipo di comunicazioni del governo e dell'intelligence a chi oggi sostiene forze politiche europee filoPutin e antiUE?»Stroppa non si agita. Questa obiezione la conosce. Non ha niente a che fare con l'accordo con Starlink. È l'inimicizia profonda tra sinistre europee e Elon Musk. Non tocca a lui risolvere il problema.
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