BreBeMi, la super autostrada che non costa ai contribuenti

Inaugurata la "direttissima" che collega Brescia, Bergamo e Milano. Realizzata grazie al project financing, si ripagherà con i pedaggi. Creati tremila nuovi posti di lavoro

Taglio del nastro dell'autostrada che collega Brescia, Bergamo e Milano
Taglio del nastro dell'autostrada che collega Brescia, Bergamo e Milano

nostro inviato a Bergamo

Bre-Be-Mi: Brescia-Bergamo-Milano. La A35 è stata aperta ieri pomeriggio e una nuova autostrada in Italia non è impresa da poco, soprattutto se viene realizzata in «project financing», quindi senza pesare sulle tasche dei contribuenti. La strada che collega tre province fra le più produttive d'Europa nasce maggiorenne. Sono passati infatti 18 anni da quando le Camere di commercio lombarde iniziarono a pensare a un tracciato alternativo alla Milano-Venezia, in grado di alleggerire una parte del traffico che la opprime. Ci sono voluti tanti anni in tutto, dall'idea iniziale al taglio del nastro, ieri con il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il governatore lombardo Roberto Maroni. Cinque anni di cantieri e tredici di iter burocratico preliminare. Una sproporzione in (piccola) parte dipesa anche da una procedura di infrazione europea, poi ritirata.

Una sproporzione sottolineata volentieri dal premier, impegnato in un personale corpo a corpo con la burocrazia. E non poteva presentarsi occasione migliore, per Renzi: inaugurare «un'eccellenza italiana», per ovvie ragioni voluta da altri governi, nel cuore dell'Italia che produce, fra campanili e capannoni, in mezzo a una platea che lo ha accolto freddina, per poi sciogliersi quando ha promesso in pratica di «asfaltare» un po' tutti coloro che frenano le riforme, il tentativo di «far diventare possibile una cosa che sembrava solo un libro dei sogni», proprio come la Brebemi. Ma, oltre a lusingare maestranze e ingegneri, e dopo aver citato il suo ministro che ha citato Giovanni XXIII, qui a un passo dalle terre del santo papa Roncalli, Renzi ha dovuto anche rispondere alle richieste di Maroni sul patto di stabilità e su Pedemontana, l'altra grande opera su cui punta la Lombardia: 157 chilometri (67 di autostrada, 20 di tangenziali e 70 di viabilità locale) per collegare la Bergamasca al Varesotto senza passare dal nodo Milano. «Risolti i problemi di carattere finanziario - ha pressato Maroni - serve solo la formalizzazione della defiscalizzazione al Cipe». Il trittico di infrastrutture è poi completato da Teem, la Tangenziale est esterna di Milano.

È stato appena aperto un arco di 7 chilometri che si interseca con Brebemi, ma tutto il tracciato (32 km) dovrebbe essere pronto per Expo. E sarà fondamentale anche per la Brescia-Bergamo-Milano, che oggi di fatto è monca, non essendo ancora collegata né alla A4 né alla A1. La società costruttrice calcola che la nuova autostrada porterà a un risparmio di tempo di quasi 7 milioni di ore di coda, con ricadute economiche pari a 382 milioni e 6mila posti di lavoro per la realizzazione (3mila dei quali a regime). Ma non è tutto oro quel che luccica. Non ancora, almeno. Fino alla conclusione della Teem la Brebemi di fatto conduce gli automobilisti nell'imbuto della viabilità locale: la Rivoltana e la Cassanese, provinciali che sfociano nei viali di Milano. «I cantieri saranno chiusi a fine anno», la promessa.

Nota dolente della Bre-Be-Mi anche i costi. «È la prima grande opera “tangent free”» ha rivendicato con orgoglio il presidente della società realizzatrice, Francesco Bettoni. Tuttavia la A35, 62 chilometri per 15 svincoli, è costata 1,6 miliardi, destinati a essere ripagati dai ticket - e infatti sarà più costosa della A4.

I maggiori costi, è stato tuttavia spiegato, sono dipesi dalle opere di compensazione richieste dal territorio. Ultimo problema: mancano le aree di servizio. Per i disinvestimenti nel settore, si è detto. E l'ultima promessa sono due autogrill entro pochi mesi.

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