Si è chiusa con un record storico l'emissione del Btp Italia finalizzata a reperire le risorse per finanziare la fase 2 dell'emergenza coronavirus. Gli 8,3 miliardi assegnati ieri agli investitori istituzionali hanno portato la raccolta del titolo del Tesoro a 22,3 miliardi (mercoledì si era chiusa la fase dedicata al retail con 14 miliardi). Mai, nella storia dello strumento lanciato nel 2012 e giunto alla sedicesima edizione, era stato totalizzato un simile risultato. Sono stati, infatti, superati di poco i 22,27 miliardi del novembre 2013, mentre le attese degli analisti indicavano un incasso attorno ai 20 miliardi di euro. Il tasso annuo reale del titolo quinquennale, che è indicizzato all'inflazione, è stato confermato all'1,4 per cento. Per capire le ragioni del successo occorre, infatti, ricordare che i Btp quinquennali trattano sui mercati secondari con un rendimento dell'1,241 per cento. Il Btp Italia è stato uno dei maggiori collocamenti fin qui fatti dal Tesoro il cui fabbisogno è enormemente lievitato per far fronte all'emergenza Covid. Sia nel caso del Btp Italia, sia nel caso di altri collocamenti agli istituzionali la domanda è stata molto solida anche perché i rendimenti restano abbondantemente superiori a quelli degli altri Paesi dell'Eurozona (Grecia esclusa).
In ogni caso, si è trattato di una prova di resilienza, ma soprattutto di fiducia dei risparmiatori italiani nei confronti del proprio Paese, a dispetto di chi (in particolare in Europa lo dipinge come sull'orlo del collasso). «L'eccellente esito del collocamento del BTP Italia, con una considerevole sottoscrizione da parte degli investitori istituzionali e retail è la dimostrazione di quanto il debito italiano sia considerato sostenibile in un'ottica di medio e lungo periodo», ha dichiarato Carlo Messina, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo. «Allo stesso tempo la forte domanda conferma l'elemento di forza rappresentato dal risparmio degli italiani. Quando si verificano le condizioni, il risparmio privato italiano manifesta interesse nei confronti del nostro debito pubblico, con l'effetto di stabilizzarlo ulteriormente e di migliorare le prospettive generali della nostra economia», ha aggiunto.
Insomma, l'esperienza del Btp Italia dimostrano che il nostro Paese sarebbe in grado di reggere l'urto della crisi ove fosse lasciato da solo. Anche perché pare chiaro, ormai, che anche alle linee a fondo perduto del Recovery Fund che il Consiglio Ue deve ancora definire saranno applicate condizionalità di natura politico-economica.
«Proporremo la settimana prossima un nuovo strumento di ripresa e di riforma», ha detto il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis ieri al Sole 24 Ore sottolineando che «finanzierà investimenti e riforme strutturali nei Paesi membri e sarà basato sui piani di ripresa e di riforma degli stessi Paesi che dovranno tenere conto delle priorità europee e delle raccomandazioni-Paese».
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