La base del Movimento cinque stelle insorge, salvo poche eccezioni, contro la decisione del leader Beppe Grillo di lasciare libertà di coscienza sul voto al ddl Cirinnà sulle Unioni Civili. Il post in cui Grillo annunciava la decisione è stato letteralmente preso d'assalto, con quasi cinquecento commenti a cinque ore dalla sua pubblicazione.
L’hashtag #dietrofrontM5S ha già raggiunto i vertici della classifica italiana dei trend topic e su Twitter c’è chi accusa il Movimento di mentire proprio sulle ragioni della decisione. Nella consultazione dell'ottobre del 2014, infatti, il quesito posto agli iscritti non escludeva il tema della stepchild adoption.
Il testo, a favore del quale hanno votato 3908 attivisti del M5S, parlava di "diritti e doveri della coppia equiparati al matrimonio ma con esclusione della possibilità di adottare figli estranei alla coppia". La stepchild adoption (già consentita per le coppie eterosessuali) rientra quindi perfettamente nel novero dei diritti contemplati dal quesito, a meno che non si voglia sostenere che il figlio del coniuge sia estraneo alla coppia unita civilmente.
A far montare la polemica è stata anche la chiusura del messaggio pubblicato sul blog: "Non si fa ricorso a un’ulteriore votazione online perchè su un tema etico di questa portata i portavoce M5S al Senato
possono comunque, in base ai dettami della loro coscienza, votare in maniera difforme dal gruppo qualunque sia il risultato delle votazioni". E c’è già chi parla di democrazia diretta a giorni alterni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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